La predazione ai tempi di Facebook.

Si presenta attraverso una consolidata trappola semantica: “Facebook salva-vite”,  la funzione attraverso la quale un* può dichiararsi donatore di organi. Tutto semplice, tutto facile, figo e condivisibile nella totale ignoranza che, come ricorda la Lega contro la predazione degli organi:  “ogni trapianto richiede un espianto e ogni trapianto richiede la fine di un’altra vita” perché l’espianto avviene sulla base della dichiarazione di “morte cerebrale“, un’altra bella e terribile trappola semantica.

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