Sainkho

E’ un’esigenza di ritorno alle origini perdute/al tempo della voce senza parola/voce che richiama una risonanza illimitata a monte di se stessa/è un interrogativo sui cominciamenti..

E’ una cantante della Repubblica di Tuva (Repubblica autonoma dell’attuale Federazione Russa, una bioregione della Siberia centro-meridionale, ai confini con la Mongolia),  ci ha proposto un works. attraverso il quale ci ha condott* in un percorso a ritroso, tra le varie tecniche di canto  armonico, di suoni primordiali, ancestrali, considerati, da alcuni studiosi “fra i primi suoni oltre quelli della natura”. Canto armonico, voce delle steppe, suoni del vento, versi degli animali, voci di donne, moti di libertà e di liberazione … like a bird.

Sainkho è un caso abbastanza unico nel panorama musicale internazionale. Sfidando le convenzioni tradizionali, che a Tuva non incoraggiano le donne allo studio del canto armonico, ha appreso questa tecnica, l’ha sviluppata e fatta conoscere al mondo.

Oggi vive a Vienna, ma e’ nata in un villaggio della Siberia meridionale; padre e madre insegnanti e nonni nomadi. Dopo aver completato a Mosca una formazione musicale classica, cominciata al conservatorio della sua citta’, l’ha arricchita con studi sulle tradizioni siberiane, sciamaniche e lamaiste. Ha raccolto i primi successi con il Tuvan Folk Ensemble, poi, con il suo accompagnatore Ghera Popov, ha cominciato a portare fuori dei confini russi canzoni raccolte sotto il titolo “Out of Tuva”. Un complesso inestricabile di elementi tradizionali etnici fusi con gli stili moderni piu’ disparati.

Tutta intessuta di luce, di spazi, di tempo, la voce della siberiana Sainkho Namtchylak, ha caratteristiche timbriche che la rendono unica. Limpida come acqua di sorgente, spazia dai suoni acuti a quelli piu’ gravi con un’estensione prodigiosa, acquista singolare intensita’ per improvvisi cambiamenti di vibrazioni, alterna trasparenze a toni densi e scuri e con un effetto sbalorditivo, si effonde con una doppia emissione di toni uniti fra loro da un legame armonico. La performance di quest’artista, che solitamente si accompagna a strumenti tradizionali della sua terra (tabla, duduk, violino piccolo, scacciapensieri), a contrabbasso, fino alle piu’ sofisticate tecnologie (synth, drum machine) e’ un intreccio di tradizione e modernita’, un viaggio che attingendo alle radici musicali popolari siberiane e mongoliche attraversa sonorita’ di ieri e di oggi.

“Ai giovani indirizzo suoni cosi’ remoti – precisa la cantante – per fare capire che non ci sono incompatibilita’ nella musica, che esistono anche altre sonorita’ oltre a quelle assordanti che li investono di solito, per ricordare che la musica puo’ portare armonia e unita’ e per provare che il passato si puo’ innestare nel futuro”.

La sua voce sobbalza di continuo, gioca con le improvvisazioni, passa da armonie celestiali ad asprezze stridule, esce dal naso, dalla gola, dalle viscere. Eppure sostiene il suono con equilibri arditissimi. Ma come si arriva a queste acrobazie tonali? “Ci vuole studio e molta forza. Si impara e si puo’ insegnare”.

Liberamente tratto da “Sainkho – Dalla Siberia con passione” – di Mirella Caveggia

Sainkho Namtchylak, artista di rango mondiale, originaria proprio delle steppe di Tuva, dai cui pastori-sciamani ha appreso l’arte del canto diplofonico, specialità nella quale eccelleva anche Demetrio Stratos (Area) e che Sainkho ha sviluppato, evolvendone l’applicazione nel campo della musica contemporanea sperimentale. Più volte esibitasi in Italia, dove ha studiato a fondo il canto gregoriano, la Namtchylak nei suoi concerti si fa ambasciatrice della sua terra: basta ascoltarla una volta, per intuire l’intensa profondità delle ragioni dei suoi connazionali, i “No-Tav” della Siberia meridionale.

http://www.libreidee.org/2009/09/pastori-sciamani-di-tuva-i-no-tav-della-siberia/?fbclid=IwAR1lRY1s4PxENPuALQ6IKM3ScnqSFDvIGlgyozGVCYfmVENuqHjiqail-P4

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