Cota ha fallito e il Fatto di cosa si è fatto?
Prendiamo atto della notizia diffusa sulla base dei dati presentati dalla Nordic Pharma secondo i quali in Piemonte è stato più alto, rispetto al resto del paese, l’utilizzo della pillola abortiva RU 486. Le scorte non sono rimaste a marcire nei magazzini, come voleva Cota. Le donne che hanno deciso di abortire, e, -nonostante la via crucis imposta dagli integralisti della morula-, ci sono riuscite; hanno scelto anche l’aborto farmacologico.
L’aborto; non il parto, come lo chiama Il Fatto Quotidiano, ripetendolo più volte come in una farneticazione compulsiva attribuita anche a Silvio Viale, ginecologo dell’ospedale S.Anna di Torino, il quale avrebbe detto che nonostante Cota, non ha avuto difficoltà “a far partorire con la pillola abortiva le donne che lo chiedevano”.
Allora o sono in preda all’alcool o qualche altra sostanza che altera le connessioni neuronali, o non sanno la differenza fra aborto e parto o, peggio ancora, parlare di aborto, anche solo nominarlo è, ora più che mai tabù. In Piemonte si partoriscono embrioni.