Fai la domanda giusta

Su “La Repubblica” di oggi Adriano Sofri si fa una domanda: si chiede che cosa avrebbe fatto lui se si fosse trovato a passare in Via degli Abruzzi a Milano mentre un uomo stava massacrando di botte la prima donna che era passata su quella via.
Fa bene Sofri a porsi questo quesito; se lo dovrebbero chiedere tutti. Ma, se pur utile, il tutto ci sembra anche depistante, perché prima di quella domanda, gli egregi uomini, se ne dovrebbero porre un’altra ovvero: che cosa facciamo?

Che cosa facciamo quando un uomo uccide una donna? Che cosa facciamo quando un uomo picchia una donna? Che cosa facciamo quando un uomo stupra una donna?  Nella fattispecie di lui che scrive su un quotidiano, nella fattispecie dei quotidiani, e nella fattispecie (che a noi non manca mai!) del fatto quotidiano, oggi lo stupro della ragazza francese a Capri.
Noi lo sappiamo che cosa fanno; in genere non ne scrivono mai, se lo fanno lo fanno in forma di breve cronaca, se ne scrivono qualcosa in più è per insinuare una qualche corresponsabilità della donna nella violenza che ha subito, se non questo, una qualche giustificazione per il presunto reo. Poi la cosa resta lì con i suoi titoli a mettere il timbro sul Retroscena: “”Uno stupro? Erano ubriachi
E’ stato soltanto un gioco”
senza che grandi firme alla Sofri  intervengano ad analizzare il fare di un mondo maschile quotidiano che da sempre fa quadrato e comunella titillando le papille dei lettori con un sessismo più o meno evidente.

Sessismo e stupro, se non consequenziali sono in qualche modo parenti o amici, si frequentano. Lo sappiamo bene noi che ci sentiamo violentate dalle battute, dalle considerazioni, dalle immagini di continua oggettificazione  che si fa del corpo delle donne, in pubblicità e in cronaca, quotidianamente nei quotidiani.

Darsi la risposta giusta, perlomeno onesta al “cosa facciamo” permette già di sapere la risposta al “che cosa avremmo fatto”, con lo sconcerto di doversi anche rispondere: “avremmo lasciato che quell’uomo finisse il suo lavoro perché per come siamo noi, le donne possono anche subire e morire”.

Chi è onesto con sé stesso alzi la mano.

Per aggiungere un altro tassello, qui il video del Corriere della Sera sullo stupro di Capri: la cronaca si conclude così: “… la turista francese …. sarebbe risultata positiva al test alcolemico.” Molti non avranno alcun interesse a dissertare su questo, perché questa frase è già una risposta con il sapore della sentenza.

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