Piccole semenze crescono
Che Silvano Dalla Libera (vicepresidente di Futragra) e Giorgio Fidenato (presidente di Agricoltori federati) siano cugini di campagna o antagonisti che si sfidano all’ultimo mais non lo abbiamo ancora capito. Il primo, che il 27 marzo a Italia Oggi dichiarava: “sono disposto ad andare in galera pur di difendere il mio diritto a seminare mais gm sui miei terreni” alla fine ha preferito di no, mentre Fidenato, per un momento, si è preso il suo posto al sole ma di sicuro non finirà in gattabuia per la sceneggiata della semina dei sei semi di mais gm veri o farlocchi che fossero.
Da osservatrici di questo gioco delle parti però alcune considerazioni.
Abbiamo conosciuto Fidenato ad agosto dell’anno scorso in un confronto pubblico che abbiamo sostenuto con lui nella frazione di un paese del pordenonese circondato da campi di mais che per estensione monotematica ricordava la campagna del Nebraska. In quell’occasione, sia noi che i compagni presenti abbiamo avuto l’impressione che, oltre che a non sapere gran che di ogm, al paladino biotech, di ogm, in realtà, gliene fregasse anche poco; peraltro, nemmeno il pubblico presente, composto in parte da suoi associati, sembrava avere grandi passioni per le super semenze; qualcuno si dichiarò anche contrario.
Dalla fotografia di allora a quella di oggi: tg e due pagine di giornale dove lo ritroviamo, cavaliere biotecnologico duro e puro, affiancato da Leonardo Facco giornalista/editore post leghista, sedicente rappresentante del movimento libertario.
Allora, dopo il dibattito, quando masticando pane e formaggio il nostro interlocutore, agitando il suo odio verso lo stato esattore disse di essere anarchico, bonariamente gli ridemmo in faccia, che tanto il non pagare tasse e gabelle è attività ben esercitata anche dai rappresentanti dello stato, presedelcons in primis…
L’amore per gli ogm poi, sbarella completamente da quanto ha finora espresso il movimento anarchico; è come se noi andassimo in giro a dire che siamo madre Teresa di Calcutta; nessuno ci crederebbe, nemmeno mister Facco che sta al movimento libertario come una pannocchia sta a un tampax.
Questo poi, deve avere una bella polenta nella testa per appoggiare la semina ogm e dire che comunque a lui “non interessa un bel nulla degli ogm…”… a noi che invece sì, riteniamo la pagliacciata della semina segreta previa annunciazione mediatica una forzatura per scuotere la politica .
Ma la politica non riesce a partorire norme di coesistenza fra ogm e ogm/free perché la lega, perlomeno fino ai tempi di Zaia il tradizionalista li vedeva come arabo negli occhi; quando, -essendo pur sempre di lotta e di governo, cioè di panza e di gluteo, nel senso di poltrona-, dovesse propendere di più per quest’ultima, allora la compagine politica potrebbe fare le norme e dare le metrature; dire fino a dove potrà spingersi il polline diversamente naturale, come mantenere la divisione dei grani, chi paga per le interferenze di quelli clandestini ecc. ecc.
Questioni complicate; d’altra parte nessuno/a di noi libertari/e da sempre contrari/e agli ogm abbiamo mai pensato che questa invenzione biotecnologica sia una questione semplice.
Chi la rende tale, come i fidenati di turno, che un giorno li invocano perché il mondo muore di fame, un altro perché la piralide si mangia tutto, un altro ancora perché sennò moriamo di micotossine sono un buon esempio di riduzionismo applicato, quello che non ti fa chiedere mai se stai facendo la cosa giusta. Eh, no! Perché adesso arriva Facco a parlarci del “diritto di essere libero”, che io nel mio campo semino quello che voglio! Ci mancherebbe altro, fàcci pure; noi non siamo proibizioniste né affette da sindrome nimby (not in my backyard), ma quando lottiamo contro il TAV, contro il nucleare, contro l’inquinamento da N0x, nanopolveri e compagnia briscola, contro l’industria che produce quello che vuole e inquina quanto vuole, quando sosteniamo la lotta contro gli elettrodotti e quella contro le casse di espansione sul Tagliamento, contro le grandi opere che devastano e si mangiano la terra, l’aria e l’acqua, riteniamo che quella sia la cosa giusta perché salvaguardia la terra l’aria e l’acqua di tutt*.
Degli ogm nessuno, a meno di non esserne i produttori o i piazzisti, può garantirne il confinamento e ancora nessuno ci ha convinte che questi artefatti tecnologici sia ciò che di meglio la specie umana potesse fare nel suo interloquire con la natura per procurarsi di che vivere.
La terra, oltre che essere finita, cioè avere un limite, è anche sfinita da un’agricoltura intensiva che già con il riordino fondiario ha distrutto il paesaggio e l’ambiente; penalizzata da regole di mercato criminali e assurde, drogata con la chimica ora dovrebbe rigenerarsi con la biotecnologia?
Ci può credere il duo Facco-Fidenato, suonarsela e cantarsela; uno con la semenza l’altro con l’ideologia: sbagliate entrambe.
Da osservatrici di questo gioco delle parti però alcune considerazioni.
Abbiamo conosciuto Fidenato ad agosto dell’anno scorso in un confronto pubblico che abbiamo sostenuto con lui nella frazione di un paese del pordenonese circondato da campi di mais che per estensione monotematica ricordava la campagna del Nebraska. In quell’occasione, sia noi che i compagni presenti abbiamo avuto l’impressione che, oltre che a non sapere gran che di ogm, al paladino biotech, di ogm, in realtà, gliene fregasse anche poco; peraltro, nemmeno il pubblico presente, composto in parte da suoi associati, sembrava avere grandi passioni per le super semenze; qualcuno si dichiarò anche contrario.
Dalla fotografia di allora a quella di oggi: tg e due pagine di giornale dove lo ritroviamo, cavaliere biotecnologico duro e puro, affiancato da Leonardo Facco giornalista/editore post leghista, sedicente rappresentante del movimento libertario.
Allora, dopo il dibattito, quando masticando pane e formaggio il nostro interlocutore, agitando il suo odio verso lo stato esattore disse di essere anarchico, bonariamente gli ridemmo in faccia, che tanto il non pagare tasse e gabelle è attività ben esercitata anche dai rappresentanti dello stato, presedelcons in primis…
L’amore per gli ogm poi, sbarella completamente da quanto ha finora espresso il movimento anarchico; è come se noi andassimo in giro a dire che siamo madre Teresa di Calcutta; nessuno ci crederebbe, nemmeno mister Facco che sta al movimento libertario come una pannocchia sta a un tampax.
Questo poi, deve avere una bella polenta nella testa per appoggiare la semina ogm e dire che comunque a lui “non interessa un bel nulla degli ogm…”… a noi che invece sì, riteniamo la pagliacciata della semina segreta previa annunciazione mediatica una forzatura per scuotere la politica .
Ma la politica non riesce a partorire norme di coesistenza fra ogm e ogm/free perché la lega, perlomeno fino ai tempi di Zaia il tradizionalista li vedeva come arabo negli occhi; quando, -essendo pur sempre di lotta e di governo, cioè di panza e di gluteo, nel senso di poltrona-, dovesse propendere di più per quest’ultima, allora la compagine politica potrebbe fare le norme e dare le metrature; dire fino a dove potrà spingersi il polline diversamente naturale, come mantenere la divisione dei grani, chi paga per le interferenze di quelli clandestini ecc. ecc.
Questioni complicate; d’altra parte nessuno/a di noi libertari/e da sempre contrari/e agli ogm abbiamo mai pensato che questa invenzione biotecnologica sia una questione semplice.
Chi la rende tale, come i fidenati di turno, che un giorno li invocano perché il mondo muore di fame, un altro perché la piralide si mangia tutto, un altro ancora perché sennò moriamo di micotossine sono un buon esempio di riduzionismo applicato, quello che non ti fa chiedere mai se stai facendo la cosa giusta. Eh, no! Perché adesso arriva Facco a parlarci del “diritto di essere libero”, che io nel mio campo semino quello che voglio! Ci mancherebbe altro, fàcci pure; noi non siamo proibizioniste né affette da sindrome nimby (not in my backyard), ma quando lottiamo contro il TAV, contro il nucleare, contro l’inquinamento da N0x, nanopolveri e compagnia briscola, contro l’industria che produce quello che vuole e inquina quanto vuole, quando sosteniamo la lotta contro gli elettrodotti e quella contro le casse di espansione sul Tagliamento, contro le grandi opere che devastano e si mangiano la terra, l’aria e l’acqua, riteniamo che quella sia la cosa giusta perché salvaguardia la terra l’aria e l’acqua di tutt*.
Degli ogm nessuno, a meno di non esserne i produttori o i piazzisti, può garantirne il confinamento e ancora nessuno ci ha convinte che questi artefatti tecnologici sia ciò che di meglio la specie umana potesse fare nel suo interloquire con la natura per procurarsi di che vivere.
La terra, oltre che essere finita, cioè avere un limite, è anche sfinita da un’agricoltura intensiva che già con il riordino fondiario ha distrutto il paesaggio e l’ambiente; penalizzata da regole di mercato criminali e assurde, drogata con la chimica ora dovrebbe rigenerarsi con la biotecnologia?
Ci può credere il duo Facco-Fidenato, suonarsela e cantarsela; uno con la semenza l’altro con l’ideologia: sbagliate entrambe.
*altre considerazioni su ogm le trovate sul numero 112 di Germinal