Maledetti fenoli, maledette benzodiazepine!

Oggi una nostra compagna ci raccontava sconcertata della notizia di una ragazza violentata mentre era sotto anestesia per un intervento di tonsillectomia in quel di Padova. Sconcertate e poi arrabbiate tutte quante, siamo andate a ricercare la notizia che abbiamo ripescato sul Mattino di Padova.
Eccola qua. Riassunto brevissimo: Lara, una ragazza di 25 anni ricoverata in una clinica privata per togliere le tonsille, si sveglia con gli slip tagliati, perdite ematiche, dolori vaginali e nei giorni successivi impossibilità ad usare assorbenti interni e ad avere rapporti sessuali; una successiva visita ginecologica con ecografia transvaginale evidenziò una lesione traumatica da imputarsi ad un movimento di sfregamento. Praticamente tonsillectomia con stupro post operatorio. Anche Lara lo denunciò come tale, ma; se la tonsillectomia è certa, la denuncia viene archiviata.
Ma guarda!! Ci sarebbe già da imbestialirsi per la sveltina delle indagini, arrivate ovviamente al nulla con archiviazione in camera di consiglio e negazione di una richiesta di supplemento.
No, non basta, bisogna chiudere il cerchio con motivazioni che noi conosciamo tanto bene che potremmo inserirle in un Testo unico in materia di autoassoluzione del  genere maschile, completo di allegati con tutte le norme relative a giustificazioni, legittimazioni, scusanti di cui al mai superato Disegno di Legge Patriarcale. Questa volta, il quotidiano, in modo sollecito, si preoccupa di pubblicare   l’interpretazione autentica del fatto riportando una dotta dissertazione del decano dott. Giron il quale, per carità… non entra nel merito della vicenda, ma, guarda un po’, pur non entrando, mette a fuoco alcuni particolari. Oh, certo; sono particolari, ma che, guarda, sono anche universali, contemplati nella letteratura scientifica, dice,  come il “disorientamento post-anestetico”; quell’effetto provocato in primis da fenoli e benzodiazepine, che già ad un’altra paziente avevano fatto credere di aver subito violenza, ma non era così. E poi, il nostro sottolinea “con forza” anche un’altra cosa: “nelle sale operatorie c’è sempre molto traffico: chirurgo, anestesisti, infermieri, strumentisti. E’ difficilissimo che un operatore si trovi solo in sala con il paziente”… perciò…
Perciò, secondo la logica del dottor Giron, che non entra nel merito, ma chissà perché è messo lì a spiegare;  dovremmo trarre queste conclusioni: donne: attente a fenoli e benzodiazepine; se entrano in contatto con le vostre mutande, ve le potrebbero tagliare; in periodo di malasanità come questo, attente anche al passaggio di bisturi che per arrivare alle tonsille passano per le mutande, ed attente al traffico tuot court, potreste essere travolte dal viavai delle sale operatorie e qualcuno potrebbe calpestarvi la vagina con relativo trauma da schiacciamento e, se è proprio cattivo,  anche sfregamento.
Scherziamo, ma neanche tanto, perché se fosse così, “l’evento traumatico“, chiamiamolo così, almeno sarebbe riconosciuto; invece no, quello che si suggerisce qui è che: quello che denuncia Lara non è mai accaduto. Un giron infernal dal quale guardiamo ad una magistratura che se ne frega e ad una saccenza che ci frega. Qui sarebbe da scrivere un “vergogna” grande come una casa.
Altrettanto grande, infinita è la nostra solidarietà a Lara; chi trova il coraggio di denunciare pubblicamente la violenza subita non sarà mai sola, perché, come si disse allora: “per ogni donna offesa siamo tutte parte lesa!”

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