Condannate a morte
Bastarda. Cosa dobbiamo dire di un’informazione che presenta i fatti nel modo in cui vedete qui a lato? Questo è uno stralcio dal Corriere della Sera online il quale tra due notizie dà evidenza a quella in cui una donna fa uccidere il marito mentre rende quasi invisibile la notizia di una donna uccisa dall’ex fidanzato.
Due misure visive, ma anche due abnormi misure sostanziali perché le donne che uccidono uomini sono una rarità e in quanto tali non fanno testo; uomini che uccidono donne sono quasi una quotidianità e questo dovrebbe essere un motivo in più per dare evidenza e segnalare l’agghiacciante realtà di una strage continua che nessuna persona che si ritenga tale dovrebbe permettersi di considerare normale.
Calarsi negli articoli è ancora peggio. Nel primo ci sono le lagnanze dell’articolista per la stima della cifra in cambio della vita del marito. Un marito che, scopriamo, aveva già aggredito la moglie e per questo era agli arresti domiciliari. Nel secondo, (ammesso che qualcuno lo veda tanto è in piccolo e si ingegni di leggerlo), si scopre una realtà tremenda che ci fa pensare alla lucida condanna a morte di una donna, l’ennesima appunto, uccisa dall’ex che non accetta di essere lasciato. Questo ci aveva già provato a massacrarla a coltellate e per ciò era stato condannato a 8 anni, senonchè un giudice che sicuramente pensa che la vita di una donna valga 0 tondo, dopo neanche un anno aveva concesso i domiciliari dimodochè l’ex fidanzato potesse terminare con decine di coltellate il lavoro che aveva iniziato.
Additare allo scandalo per la donna che a modo suo si difende (giusto o sbagliato che sia), e relegare all’invisibilità e quindi “normalità” una donna uccisa, significa in buona sostanza istigare al femminicidio, significa dire che le donne possono essere uccise ma che non si possono difendere. Due pesi, due misure, una oscena ingiustizia.