Papa, papi, pupe, pota e prostitute
Al momento ci pare che la prostituta più in vista sia la chiesa.
Poiché per prostituzione non si intende solo l’offerta di prestazioni sessuali dietro pagamento di un corrispettivo in denaro, ma anche particolari comportamenti di favore nei confronti di qualcuno che paga un compenso materiale o immateriale.
Berlusconi l’esuberante, con la chiesa ha sempre goduto di questi favori compensando con altri.
L’ultimo è del 21 gennaio; il nuovo federalismo prevede zero IMU (imposta municipale unica) per gli immobili di proprietà del Vaticano, le sedi di culto, gli ospedali e le cliniche private legate alla Chiesa, gli oratori, ma anche le scuole private e gli alberghi gestiti dal mondo cattolico.
E chissà se anche questa volta l’esenzione gli porterà l’indulgenza.
Per il momento solo qualcuno di basso rango sembra veramente sdegnato; qualche gabbana ha mugugnato per il “ritardato ritardo” delle rampogne in merito al caso che tutti sappiamo, per la troppa generalità delle stesse … insomma: nomi e cognomi please…
Di fatto, c’è una cosa che gli alti papaveri proprio non riescono a fare nei loro anatemi; corde vocali, lingua e aria che vi passa in mezzo non riescono a mettere insieme le lettere che compongono la parola b.e.r.l.u.s.c.o.n.i.; niet, afonia totale.
Che dire dopo la bestemmia contestualizzata? Relativismo etico ad personam che quelli del GF pensavano fosse estesa anche a loro…
Il Cardinal Sepe da New York pensa positivo, pensa che in ogni persona c’è anche del bene, e lo squadrone di autodifesa governativa dice che il riferimento è a Berlusconi; il Segretario di Stato Bertone dice che “serve più moralità e legalità” e il suddetto squadrone dice che non parla di Berlusconi, parla di tutti, anche dei giudici di Milano quindi.
Bagnasconi che ha iniziato l’anno con un assist governativo si è riservato la reprimenda a più in là in attesa che il supposto reo rinforzi le difese; Benedetto benedice e a meno di uno sciopero di massa della comunione alla messa si guarderà bene dallo scomunicare il comunicando pluridivorziato.
Tantopiù che i sondaggi gli tengono; sembra che alla maggior parte delle persone non interessi l’orgia del potere imbastita alle sue spalle.
Forse è che il pesce è riuscito a crearsi l’acqua dove nuotare.
Nel paese della doppia morale, è condannata la prostituta che rivendica il riconoscimento del proprio lavoro mentre si auspica una prostituzione socioculturale e politica diffusa e normalizzata come via per arrivare a stare dentro il modello del successo dell’era papibunga.
Non c’è una naturale onda di schifo verso questo scivolamento gravissimo; si osserva attoniti le mosche che svolazzano intorno alla merda, come se le persone fossero ipnotizzate dal gesticolare delle manine di Emilio Fede e dalla mandibola della Santanchè… e per fortuna che Cetto c‘è.
Il povero Albanese aveva paura di non far più ridere per via che la realtà ha superato la fantasia del suo film.
E’ così, ma è una realtà che non fa ridere; l’ultima fotografia ci rende gli operaie e le operaie ai quali viene proposta la schiavitù sotto ricatto; donne giovani e belle possono aspirare ad essere oggetti da esposizione-fruizione; le altre per cui il lavoro non c’è restano a casa a fare gli ammortizzatori sociali ed a sgravare il governo di questa spesa. Mentre una certa percentuale poi verrà mazzolata dalla violenza di uomini dentro o fuori casa, e poi tutte quando andremo a rivendicare e pretendere l’esercizio dei diritti sul nostro corpo (contraccezione, aborto, fine vita ecc) incontreremo l’inflessibile morale della chiesa che a noi no, a noi non perdona nemmeno il semplice fatto di essere donne e non madonne.
Intanto nel vicino Veneto come nel III Reich si mandano al rogo i libri in primis quello di Saviano che ha denunciato le infiltrazioni mafiose al nord, mentre le miss camicie verdi cantano il loro pota-pota, rustico inno antibunga tanto per annunciare il potere prossimo venturo con il quale la chiesa ha già elaborato varianti di contrattazione: orecchie tappate sui rutti in chiesa, bocche cucite sul razzismo dilagante in cambio del servizio antimusulmano e della campagna crocifissi & radici.
Come friulane siamo parte di un popolo di bestemmiatori e come femministe siamo donne ribelli alla (sputtanata) morale ecclesiastica e alla politica del bunga e del pota che viene a chiederci sempre più obbedienza quanto sempre meno riesce a mostrare una parvenza di controparte potabile.
Bossi e Papa scaricheranno Papi? Forse che sì, forse che no; in ogni caso attrezziamoci perché la popò che hanno sparso intorno è fetida, invasiva ed di lunga durata.