Föra di ball
disse quel che parlava col cùl…
Ogni tanto ci chiediamo in quale pianeta vivono e per quanto ancora se la possono menare con il loro razzismo di merda.
Sbarcheranno, sbarcheranno, altrochè se sbarcheranno. E perché non dovrebbero farlo? Hanno forse qualcosa da perdere? Qualcosa che li trattenga dal rischiare la vita? Hanno forse qualcosa che li trattenga nelle terre dove la luminosa civiltà occidentale ha portato via tutto dando in cambio il peggio di niente che è il dominio colonialista e la miseria senza speranza?.
Maroni e i barconi. Che fare? adesso che non c’è più l’amico Gheddafi a mettere la spazzatura sotto il tappeto?
Si può provare a vedere la quotazione di un essere umano, per esempio un tunisino; pagargli il biglietto di ritorno… no, non è cosa, la base grugnisce e Zaia dice che hanno soldi e pure i vestiti griffati; Borghezio per far vedere la razza superiore che li fermerà arriva in visita con miss Le Pen.
In bilico fra il concentramento e la dislocazione. E’ meglio: tutti qui a far schiattare Lampedusa o sparsi ovunque a far incazzare soprattutto il suol natio tirato su così bene con anni di odio verso gli immigrati? E poi, come etichettare questa massa: profughi o clandestini? Dove destinarla: Cie o Cara? Liberi o prigionieri?
Oggi c’è Concita la dritta che proprio per sgamare quello che secondo lei è il tranello legista sentite cosa dice: “Esiste una legge sui respingimenti. Esistono norme che stabiliscono un tipo di accoglienza per chi è rifugiato e per chi non lo è. Chi fugge da una guerra ha diritto di essere accolto. Chi viene perché pensa che qui troverà un lavoro più redditizio o semplicemente un lavoro non ha lo stesso diritto nella stessa misura. È una distinzione a tutela di chi ha davvero bisogno. Non è una buona legge, certo, ma c’è e deve essere applicata. Molte delle persone che arrivano non hanno i requisiti per restare. Molte altre sì. Metterle tutte in un unico calderone, non respingere chi si dovrebbe respingere per esasperare gli animi delle popolazioni locali, per alimentare la paura, per dimostrare che l’onda biblica è ingovernabile è un miserabile tranello mediatico. Si può governare, si deve. Si può distinguere, osservare, riconoscere, capire…”
Dunque, via, a casa, föra di ball, per dirla alla Bossi; anche Maroni sta pensando ai rimpatri forzati; perciò dov’è la differenza fra le colonne de l’Unità e i colonnelli della terra padana?
Non c’è; entrambi, parlano e agiscono come se fossero su un altro pianeta; perché su questo “l’onda biblica” di uomini e donne sarà inarrestabile perché spinti da una forza vitale: la disperata ricerca di un futuro. Pensare di “governarlo” con lager concentrazionari come i cie e con i respingimenti forzati, è, oltre che disumano, illusorio. Una politica di bassa lega, può certo continuare a specularci sopra, ma è una politica marcia e morta, föra de la storia che avanza verso il futuro presentando il conto per quello che si è fatto nel passato.