Barzelletta e propaganda
Della barzelletta della mela, ci inquieta di più il consesso al quale è stata raccontata; sindaci pdl andati a chiedere al capo di chiudere un occhio sull’abusivismo edilizio. Poi loro anche ridono, perciò sono proprio al livello del lato B della stessa mela, compresa quella poveraccia che si prende la carezza in faccia a mò di affettuosa compassione.
Una bella istantanea sul hic et nunc, un trend, uno stile.
Saggi di stile ce ne sono stati in questi giorni che non si ha che l’imbarazzo della scelta; saltiamo le agitazioni di LaRussa che Granata spiega con il cambio di pusher, citiamo en passant quelle di tal Polledri: “stai zitta handicappata del cazzo” rivolto alla deputata del PD Ileana Argentin; uno che se lo guardi fisso vedi il vuoto cosmico dietro gli occhiali, per arrivare alla frase storica di Bossi “fora di ball” definita in un’intevista da Borgehzio: parole da padre della Patria.
Bene; oggi i Padri della Patria hanno da fare con i migranti; croce e delizia del loro schemino di governo/consenso.
Lo sanno anche i sassi che i leghisti si sono proclamati baluardo contro le paventate invasioni di migranti (riserva di schiavi all’occorrenza); Maroni lo andava dicendo da gennaio che ci sarebbe stato un esodo biblico, però da allora non si è predisposto niente, anzi, al momento è stata oscurata la solidarietà di molte persone, si è opportunisticamente esaltata la rabbia di altri isolani lasciando che Lampedusa esplodesse. Insomma, una prova sul campo di quella che può essere l’invasione degli ultracorpi extracomunitari.
Poi, portata a cottura la situazione, come nel gioco delle tre carte, ecco che arriva lui, il lampedusano onorario a comprare casa e raccontare barzellette.
Dopodichè veniva il momento di fare qualcosa; e il nostro buon ministro fa quello che sa fare: campi di concentramento, possibilmente a sud di Napoli; qualcosa su al Nord, ma è tutto da vedere, che uno non è così mona da guastarsi la serenità in famiglia soprattutto prima delle amministrtaive… Dunque campi sì, ma con l’opzione della permeabilità.
Sapendo che per la maggior parte sono tunisini e vogliono andare in Francia, che vadano, un problema in meno per lui che ha meno persone da piazzare nelle tendopoli o da respingere forzatamente. Eventualmente sarà la popolazione locale incazzata a fare le ronde, catturali e riportarli ai campi. Oppure sarà la gendarmeria francese a rispedirli indietro e alla fine a farli tornare da dove sono partiti.
In Italia e, forse, se gli va in porto la deportazione con le navi, anche in Tunisia; questo lo vedremo con il Berlusconi Show di lunedì a Tunisi.
Un crudele e disumano gioco dell’oca sulla pelle di uomini e donne disperati per i quali si è già inventato il peggio con i cpt (made in Turco-Napolitano, ricordiamolo sempre) e i cie; si è fomentato l’odio razzista, si è istigato alla persecuzione con la caccia al clandestino, sport così caro all’identità padana che annega nel caos e nell’ipocrisia di questi giorni pur di non riconoscere la cosa più logica per queste persone, lo status di rifugiato o formalmente un decreto di protezione internazionale che li lasci liberi di circolare in Europa.
Che le migrazioni si possano fermare poi, anche questa è una barzelletta e da questo punto di vista quelli che ci credono, like il popolo padano sono i più beoti della storia, perlomeno fino a che l’occidente non la finirà di spolpare altre terre come guarda caso l’Africa fino all’ultima risorsa.