Sotto il tappeto
Per tenerci aggiornate mettiamo assieme due o tre cose.
Una ci viene dall’inchiesta della Repubblica sul CIE clandestino di Palazzo S.Gervasio (Potenza) costruito di nascosto da provincia e regione dove per dictat di Maroni nessuno può mettervi piede. C’è un video che certifica la situazione delle persone lì sequestrate.
Un altro video ci è comparso davanti in questi giorni col bollino del governo ed è sulle bellezze di Lampedusa, tutta bella azzurra con il gabbiano, il mare, la tartaruga e anche la madonna sott’acqua; di uomini e donne arrivati a cercare rifugio con barche e gommoni (1.500 in queste ultime ore) neanche l’ombra.
Un’altra cosa ce la ricorda Iside Gjergji dal Fatto quotidiano e cioè le parole pronunciate nel 2003 dal prefetto Anna Maria D’Ascenzo che così disse: “Così come in ogni città c’è un carcere, una prefettura, una questura, la gente dovrà abituarsi all’idea che ci sia un centro di permanenza temporanea” e poi ancora disse: “…in linea di massima, né le regioni né gli enti locali e né, tantomeno, la popolazione desiderano la presenza di tali centri. Se mi è permesso un pessimo paragone potrei dire che l’immondizia la si vuole sempre a casa degli altri, mai nella propria. Ed effettivamente viviamo le stesse problematiche di chi deve realizzare una discarica”.
Così le cose trovano la quadra da sole; Lampedusa è a posto, il CIE si fà ma non si dice, i migranti rimossi dall’ambiente, come la polvere nascosta sotto il tappeto e Maroni ci tiene ben premuti i piedi sopra.