Il mare dentro

Il mare muore, anche quando è tanto grande da chiamarsi oceano. Perché tanto grande è ormai il danno che gli è stato fatto con l’inquinamento, la pesca intensiva, l’acidificazione delle sue acque, …  Il mare muore, e anche prima delle previsioni degli esperti che non hanno saputo capire che un danno più un danno, in natura non fa solo due danni, fa qualcosa di più e di peggio anche nell’ecosistema più grande  del pianeta. Come ci viene a dire Alex Rogers  direttore scientifico del programma internazionale sullo stato degli oceani (Ipso), praticamente quello che ha lanciato (adesso!) l’allarme: “L’effetto cumulativo di tutte le attività umane sugli oceani ha implicazioni molto più gravi di quanto ciascuno di noi si fosse reso conto fino ad ora nel proprio specifico settore“.
Figuratevi;  che dovremmo pensare noi nel nostro piccolo, contigue alla laguna (ecosistema assai meno resiliente di quello oceanico), quando nello stesso giorno leggiamo di un’ipotesi TAV (treno alta velocità) sott’acqua. Ridere o piangere?  E immaginare le sirene che se la filano ad alta velocità il più lontano possibile dalla demenza umana.

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