Asini

Ogni tanto il TAV è come un marcatore molecolare, un qualcosa che rivela l’esistenza di un fenomeno che in questo caso non è chimico o fisico, ma intellettuale: l’asinite. Oggi, anzi ieri, si è rivelata in Odifreddi il matematico impertinente che sul TAV ci azzecca meno di zero.
Supponendo che il nostro, che pur in altre occasioni abbiamo apprezzato, non scriva per ordine di scuderia; con l’articolazione del suo scritto che poggia la sua contrarietà ai No Tav perché lui  è contro le macchine, il traffico e a favore del treno dimostra per prima cosa di non sapere che anche i No Tav sono contro il traffico e a favore del treno; mai sentito lo slogan: “più treni meno TAV“?.
Non è il TAV che farà il miracolo della riduzione del traffico, anzi, quando i progettisti hanno valutato la possibile utenza del treno veloce, anche quella  quasi pari a zero, hanno introdotto il TAC (treno alta capacità) per le merci; quando gli è stato dimostrato che le linee storiche per le merci sono del tutto sottoutilizzate,(si legga gli interventi di Marco Ponti docente di trasportistica Università di Milano), si sono imbozzolati nell’insieme indistinto TAV/TAC (con requisiti tecnico-stutturali diversi) che nell’Italia dei miracoli convince anche le leggi della fisica, della cinematica, della chimica dei materiali e quantaltro a conformarsi ai desideri dei progettisti. Qua si scherzava sempre sul fatto che in Francia il TGV corre di giorno e di notte si fa la manutenzione, mentre in mezzo ai nostri paeselli di giorno sfreccia il TAV di notte il TAC; la manutenzione a natale e pasqua se va bene. Ma questo non è nulla rispetto alle porcherie che si sono sentite, alle carte false che si sono viste, alle menzogne da naso lungo più della galleria che vogliono fare in Val di Susa… ah! e i 39 km di galleria sotto il Carso? Suvvia, non occorre essere geologi per sapere che cos’è il Carso, quando la scuola funzionava lo insegnavano anche alle elementari. Odifreddi è uno studioso? E  stùdi perdio! E’ un logico: usi la logica,  perdinci e bacco! Quale persona di buon senso può pensare che in Italia abbia senso una “grande opera” come il TAV? Per non parlare poi dell’assurdità del Corridoio 5! Per l’alta densità antropica, per la morfologia del territorio, per i costi mostruosi, per il -chiamiamolo con gentilezza- malcostume politico tangentizio, per la capillarità mafiosa… perché il fiume di soldi da drenare lì saranno sottratti ai treni dei pendolari e alla manutenzione ferroviaria, di cui il nostro matematico, se non vive nel magico mondo dei numeri primi, dovrebbe sapere che sono gli ultimi ad esser tenuti in considerazione.  [una parentesi quadra per ricordare la strage di Viareggio di due anni fa].
Il popolo della Val di Susa sono vent’anni e più che si studia la questione; noi da circa 7 e noi come loro, ci siamo studiati i progetti, ne abbiamo colto tutte le contraddizioni, le abnormità, le millanterie; abbiamo interpellato ingengeri, traspostisti, economisti,  abbiamo sostenuto confronti con politici e progettisti, qualcuno di loro, governatore o assessore, delle volte hanno lasciato il tavolo del confronto che non avevano neanche la foglia di fico per nascondere le vergogne, smascherati e rimasti senza argomentazioni. Quando è così al potere resta solo l’azione militare. Occorre dirlo?
Chi ritiene perciò che le argomentazioni dei NO TAV siano quelle richiamate da Odifreddi dimostra solo la sua asinità totale.
Passi per la Marcegaglia che raglia il solito hi-hooo dello sviluppo, della crescita, del futuro e palle varie; passi per Maroni che il popolo della valle ha disegnato come proconsole romano, passi per Fassino neosindaco di Torino che non abbiamo aggettivi per definire questo partito… (PD: penosi dentro?), ma insomma, tutt*  gli/le altr* che non sono del clan dei tazzorroidi, perché prima di pronunciarsi  non vanno sui siti No Tav a studiarsi un po’ la questione? Male non fa.
Fa male invece leggere l’ultima della serie che è l’assoluzione in appello; praticamente il rovesciamento della sentenza di primo grado con la quale venivano condannati per danni ambientali il consorzio facente capo a Impregilo nella costruzione della tratta TAV Firenze-Bologna. Liberi come l’aria, loro non dovranno più alcun maxirisarcimento. Peccato che i danni rimangono e rimarranno: 57 chilometri di fiumi seccati, 37 sorgenti prosciugate e 5 acquedotti fuori uso, molti Comuni per anni costretti a rifornirsi dalle autobotti, oggi con le pompe. Secondo la Procura di Firenze danni per 741 milioni di euro. Ecco un’altra trance da studiare per gli asini che noi, buone che siamo, aiutiamo con questi supporti didattici:
Qui per la Val di Susa
Qui per il Mugello
Qui per la tratta Venezia Trieste Divaça.
Studiate!

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