La cultura e la mannaia
Parliamo intanto della mannaia, non quella che si abbatte sulla cultura con i soliti tagli governativi, parliamo di quella che si abbatte sulle donne per mano dell’uomo.
In questo modo giovedì scorso, dalle nostre parti, un altro uomo ha ucciso un’altra donna. Lui egiziano, lei friulana. Lui che la voleva sposare, lei che non lo voleva più.
Una storia delle tante, ben 78 conteggia il nostro bollettino di guerra in questa prima metà dell’anno. 78 diviso 6 fa 13; tredici al mese; 30 diviso 13 fa 2,3; una ogni due giorni e meno di mezzo. E mentre scriviamo ascoltiamo dal tg locale di un’altra donna trovata in fin di vita con il cranio sfondato -faceva la prostituta- ci precisano; e questo a molti farà dire: “Ah… bè…allora…”.
Allo stesso modo lo stesso bèlato è uscito a proposito dell’egiziano che in quanto islamico, ah bè…, sentiamo le parole di Ferdinando Camon che per queste vicende fa il capo gregge ingaggiato dal Messaggero Veneto: “Questa donna era a metà del guado: sposata islamicamente, non sposata civilmente. Quando s’è ribellata, il marito ha patito la sua rivolta come un oltraggio, e ha punito l’oltraggio con la morte. È intollerabile, non che abbia fatto questo, ma che un uomo con queste idee in testa, con questo sistema sociale-morale, vivesse e lavorasse tra noi…” !Claro no?
Non ci addentriamo oltre nella storia perché vogliamo rimanere sulla mannaia, l’accetta o quello che in friulano si chiama massanc… insomma, l’arma del delitto che a quanto pare il reo aveva con sé e che due giorni dopo ha fatto cambiare l’imputazione in delitto premeditato.
Allora, quando un uomo uccide una donna, le tag della cronaca sono <raptus> o <depressione>. A riprova, il solito MV che per rigore cronachistico rielenca i femminicidi di questi ultimi tempi in provincia di Udine, termina l’articolo con un’immancabile: “L’uomo agì per depressione“.
Ma l’arma del diritto che potranno invocare a discolpa i nostri uccisori locali di fede cristiana, ciò che può fare il reo meno reo e la vittima causa del suo male è anche più sofisticata; si affida ai nuovi studi di genetica comportamentale; non una semplice incapacità di intendere e di volere ma una sorta di predisposizione genetica al raptus che è già stato ipotizzato dagli avvocati difensori di un tale che l’anno scorso, sempre vicino a Udine aveva strozzato con le nude mani la giovane moglie.
Prepariamoci a combattere anche contro queste aberrazioni scientiste che, al di là dello scopo immediato dello sconto di pena, del significato giustificatorio motivazionale, hanno un risultato preciso: il nascondimento e perciò il rinforzo di una profonda cultura misogina e sessista di cui questa società è impregnata e che, da questo punto di vista, fa di ogni femminicidio un delitto premeditato.
E’ questa cultura che costruisce l’impugnatura della mannaia che ogni uomo cresciuto al disprezzo delle donne si porta appresso. Poi quando qualcuno dei “nostri” la brandisce sul capo delle “sue” donne ecco l’ipocrita stupore generale… “ma era una persona tranquilla… una persona normale….”…. già, perché tutti stanno guardando dall’altra parte: al musulmano, al musulmano! dove indica Camon.
Ecco, per noi, a differenza che per lui, è intollerabile che quell‘uomo “abbia fatto questo” cioè che abbia ucciso una donna, perché per il resto, di uomini con queste idee in testa ce ne sono, vivono e lavorano tra noi, recitano il Corano ma nella maggior parte dei casi si fanno il segno della croce e si riforniscono ideologicamente al bazar frequentato anche da Camon; mannaie ultimo scaffale a destra.