W Nina e Marianna le libere donne contro l’alta velocità
Intanto Nina e Marianna sono fuori dal carcere. Ai domiciliari Nina e con obbligo di dimora Marianna. Non in piena libertà come vorremmo, ma è evidente che l’operazione punitiva messa in atto non può naufragare in un nulla, altrimenti che figura ci fa Caselli procuratore capo di Torino presentatosi all’udienza per la scarcerazione di Nina, a chiedere la conferma della custodia cautelare in carcere? Che figura ci fa il grottesco impianto accusatorio? Che figura ci fa il pugno di ferro di Maroni, la sua evocazione del morto e l’agitazione del reato di tentato omicidio? Che figura ci fa tutto l’ambaradan della DDT: Dittatura Del Tav che in quell* che contestano la grande opera, come dice Mercalli “voluta da Dio” devono per forza individuare dei/delle criminali?
Oggi, a sinistra, si invoca la candidatura di Caselli a sindaco di Palermo città dove fu Procuratore della Repubblica; l’uomo antimafia sotto cui furono arrestati Bagarella, Spatuzza e Brusca… ma perché andare fino a Palermo? Non c’è forse lavoro antimafia da fare al Nord, soprattutto con la realizzazione del TAV? TAV = MAFIA; in ValSusa è scritto sulla montagna a ricordare la giusta direzione di indagine a quelli che invece si ostinano a rincorrere i NO TAV e a procurare così delle vere distorsioni, non alle caviglie, ma alla realtà?.
A proposito di distorsioni c’è anche chi, come questo Cruciani, è uscito così, e probabilmente c’è poco da fare. Talvolta ci sono persone che neanche se le lanci con una catapulta alla velocità dei neutrini nello spaziotempo del TAV a fine opera -cioè mai perché i soldi son già finiti prima, cioè adesso-, ci arrivano. Non ce la fanno, neanche a mandarli con mezzi più semplici, tipo con un treno a velocità ordinaria (ammesso che ancora ci siano) nei paesi del Mugello a vedere i lasciti della great work. Niente, non ci arrivano perché a homo leccaculus non è chiesto di ragionare, è chiesto solo di servire.