Lo spread del lusso

Qualcuno un giorno dovrà spiegarci, come mai, mentre noi tartassat* dalla crisi al punto da essere come d’autunno sugli alberi le foglie o, come in Italia sui ponteggi i muratori, il lusso cresce. Cresce la domanda e l’offerta fatturerà +13% rispetto al +8% ipotizzato per il 2012. Potremmo andare a Verona, alla miglior rappresentazione che si potesse fare adesso (!): alla fiera del lusso, a vedere chi è che può comprarsi un orologio da 50.500 euro (scritto giusto eh!: cinquantamilacinquecento,00 euro), chi può  comprarsi la barchetta ecc. ecc. L’orologio lo metti al polso, e la barchetta, dove la metti?  Nella rassegna stampa di questa mattina su radio 3 abbiamo ascoltato l’intervento di una signora che denunciava il dissennato progetto dello “spostamento” (!) del fiume Cecina con la relativa distruzione della foce, importante ambito naturale, per far posto ad un porticciolo per imbarcazioni da diporto (in rete abbiamo trovato questo). Ecco, il porticciolo e la cementificazione; la modificazione del territorio in funzione del lusso. Abbiamo fatto un giro breve. Ancora più breve e drammatico quando la voracità sul territorio si somma al cambiamento climatico e il risultato è l’alluvione ormai settimanale. Con negli occhi le tremende immagini delle città che affogano, oggi una, domani un’altra… capitasse a noi qui in Friuli siamo già avvertit*:  i risarcimenti non sarà un lusso averli; non ci saranno proprio. Come  il motto della fiera di Verona -e il cinismo è tutto loro-: “non c’è più il lusso di una volta”, …contate i morti e arrangiatevi.

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