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Dunque il giorno dopo abbiamo saputo perché la ragazza di Torino ha mentito: per paura di confessare ai genitori di aver perso la verginità.
Ieri scrivevamo che in questo paese “dove non si può nominare il profilattico, dove i giocattoli per bambine sono la Barbie incinta e il bambolotto da allattare, dove le donne se abortiscono sono assassine, se abortiscono il figlio di un albanese lo sono un po’ meno; dove si chiudono i centri antiviolenza e dove la violenza contro le donne è solo leva per la violenza razzista…” ecco, in questo breve e non esaustivo elenco  potevamo aggiungere: in questo paese dove vige ancora il culto della verginità…. Uno fra i più oscurantisti, retrivi, primitivi retaggi del dominio sulle donne; la cui trasgressione (ancora oggi!!!) è così moralmente e pesantemente sanzionata da spingere una sedicenne ad immaginarsi stuprata piuttosto che non conforme al modello della vergine coltivato in famiglia. Così ne parla Michela Murgia.

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