Lo stragista e il suo contorno
Il fatto è questo: Strage a Brescia, uccide l’ex moglie e altre tre persone: “Si era drogato”L’uomo, un camionista di 34 anni, ha prima sparato in strada alla donna all’amico che si trovava con lei poi, a casa della ex, ha ucciso la figlia ventenne di lei, avuta da una precedente relazione, e il fidanzato.
Risparmiati dalla violenza i bimbi della coppia: hanno dieci, sette e cinque anni e vivevano con la madre”. La notizia qui è ripresa da Repubblica, ma, con tutta probabilità, da qualsiasi altro quotidiano, le argomentazioni addotte negli articoli per spiegare la carneficina sarebbero le stesse: follia, gelosia, raptus, alcol, droga.
Punti di partenza per un’analisi dall’esito scontato: quello ha perso la testa perché assumeva droghe o perché l’ha persa punto e basta. Non c’è via di uscita ed il “fenomeno”, sempre individuale, può ripetersi all’infinito.
Quando questa cronaca incomincerà a parlare di uomini -al plurale- che uccidono le donne, si incomincerà forse a ragionare da una prospettiva diversa.
Fino ad allora, questa cronaca resterà omertosa, implicitamente giustificante quando al delitto vi aggiunge le motivazioni di cui sopra e perciò, dal nostro punto di vista, moralmente complice