Rio flop

Come poteva essere altrimenti? Non c’erano le premesse per una seria ed onesta considerazione degli inderogabili problemi ambientali; figuriamoci per le soluzioni… E così la conferenza Rio+20 è finita, come riassume George Monbiot con 283 paragraphs of fluff.
Ricapitoliamo brevemente quello che avrebbe dovuto esserci su tavolo.
Intanto: l’ottobre dell’anno scorso è stato il più caldo dal 1880; tra gennaio e ottobre la temperatura sulla superficie della terra è stata pari a +0,85° rispetto alla media del secolo scorso; la concentrazione di CO2  in atmosfera ha oscillato intorno a 390 ppm (parti per milione) e, se 350 ppm corrispondono al livello massimo per limitare l’incremento della temperatura a + 1,5° -livello già estremamente pericoloso- pare evidente che la strada imboccata è quella che corre irrimediabilmente verso i famosi due gradi in più ovvero l’irreversibilità dei danni ambientali.
E poi tutta la serie a cascata…, ma sì, ricordiamola: siccità e inondazioni, scioglimento dei ghiacci e dei  ghiacciai, innalzamento dei mari e dissesto idrogeologico; poi ci sono gli inquinanti chimici con l’acificazione degli oceani, la deforestazione soprattutto delle aree tropicali, la modificazione dei cicli bio-geo-chimici dell’azoto e del fosforo, la riduzione della biodiversità, la scarsità di cibo e l’aumento spaventoso delle persone che dovranno abbandonare le loro terre di origine per cause ambientali…ogni anno 6 milioni di profughi ambientali.
Ma i nostri se ne escono con questo: Riconosciamo che il pianeta Terra e i suoi ecosistemi sono la nostra casa e che la Madre Terra è un’espressione comune in un certo numero di paesi e regioni e notiamo che alcuni paesi  riconoscono i diritti della natura nel contesto della promozione dello sviluppo sostenibile. Siamo convinti che per raggiungere un giusto equilibrio tra i bisogni economici, sociali e ambientali delle generazioni presenti e future, è necessario promuovere un’armonia con la natura….
Roba da illustrare, come scrive Monbiot, con arcobaleni ed unicorni psichedelici, senza dati e soprattutto senza impegni.
Anzi no, c’è un impegno preciso, perseguito con ardore e convinzione ed è quello contro le donne che il Vaticano è riuscito a mettere a segno, facendo convergere verso l’unico obiettivo di negare la loro autonomia su contraccezione, aborto, pianificazione delle nascite…, paesi arabi e islamici (come Egitto e Siria), nonché altri del Sud America con una forte impronta cattolica (come il Cile), ma anche la Polonia.
La chiesa vende l’anima al diavolo pur di controllare le donne.

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