Il responso del ratto
OGM; il dibattito è feroce.
Dopo lo studio di Séralini sul mais transgenico della Monsanto, Nk603, presentato dalla stampa francese in questi giorni, è ripreso in pieno lo scontro dentro e fuori la comunità scientifica.
Séralini, il suo staff, i suoi sostenitori da un lato, i suoi detrattori, revisori e critici dall’altro.
Gli ogm (la variante oggetto di studio) usato per l’alimentazione animale è puro veleno; produce tumori in un numero molto alto di casi, determina la morte delle cavie, si dice.
Lo studio non ha valore perchè le cavie usate sono anch’esse una variante particolarmente predisposta alla formazione di tumori; le cavie usate sono in numero insufficente per fornire dati statistici accettabili, la metodologia statistica è errata…, si ribatte.
Ricerca non indipendente ma finanziata da Carrefour e dalla grande distribuzione che vuole cavalcare l’onda dello scetticismo dei consumatori verso gli ogm…., si dice; critiche condizionate dall’asservimento agli interessi delle multinazionali come Monsanto ecc. ecc. …, si ribatte.
Tutto vero, lo sappiamo constatando come ci sia una particolare perversione a finire in vicoli ciechi dal punto di vista di una risposta scientifica certa, come questo del mais ogm.
Proviamo a pensare: se non si fanno allevamenti intensivi non c’è bisogno di agricoltura intensiva, Roundup a manetta e mangimi come quelli; non occorre imbastire allevamenti di cavie per farglieli mangiare e vedere l’effetto che fa; la ricerca potrebbe occuparsi di qualcos’altro, ed anche noi.
Ovviamente tutto a partire dal fatto di mangiare meno carne o non mangiarne affatto.
Semplice no?