… Ma anche altro
sulla rete, di Pasolini in friulano abbiamo trovato questo. Un pezzo di poesia, “Casarsa”, recitata come è scritta e poi un pezzo di traduzione.
E’ vero, probabilmente non è nemmeno la voce del poeta, come si vuole far intendere, e quella musica di accompagnamento …tintine tintone, una villotta, il folclore moralista e tradizionalista buono per la lega… lasciamo stare…. perchè la sonorità di quel “fortunato mezzo per fissare una melodia infinita” è più forte.
Sarebbe lo stesso nella scrittura comune del friulano normalizzato, nella grafia standard, nella coinè ufficiale? Sarebbe nulla perchè non sarebbe Casarsa.
In questi giorni rimuginiamo ancora intorno alla madrelingua, alla cancellazione di tutte le sue diversità, dette “varietà locali”, in nome di un parlato e una scrittura uniformi per l’uso della lingua sul piano istituzionale e didattico… insomma quello che il fascismo faceva con l’obbligo all’italiano.