Noi ricordiamo
ieri abbiamo accennato alla presenza dei fasci a Udine a sproloquiare intorno alle foibe. Qui di seguito pubblichiamo e condividiamo un comunicato degli Antifascisti Udinesi che fa chiarezza proprio sulle menzogne intorno alla giornata del ricordo.
CONTRO I FASCISTI E LE LORO MENZOGNE
“Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve inseguire la politica dello zuccherino ma quella del bastone. Io credo che si possono più facilmente sacrificare 500 mila sloveni e croati barbari a 50mila italiani” Benito Mussolini settembre 1920
Dal marzo 2004, il 10 febbraio è stato scelto come giornata nazionale “del ricordo delle foibe”, giornata in cui viene sostenuta e diffusa con maggior vigore la falsità storica secondo la quale, in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, i partigiani slavi con la collaborazione di partigiani comunisti avrebbero ucciso e gettato dentro fosse naturali, le foibe appunto, migliaia e migliaia di uomini donne e bambini, uccisi per il solo fatto di essere italiani.
Questa menzogna inventata inizialmente nel 1945 dai fascisti della X Mas del golpista Borghese è stata negli anni successivi ripresa e amplificata da vari scribacchini, la maggior parte dei quali appartenevano o appartengono tuttora ad associazioni o partiti irredentisti, nazionalisti e fascisti.
La loro versione ha gonfiato a dismisura il numero dei corpi effettivamente ritrovati nelle foibe, (Gasparri è arrivato a sostenere che gli infoibati fossero milioni) includendo nelle vittime i soldati morti sui campi di battaglia, i civili morti sotto i bombardamenti, uomini arrestati e poi rilasciati e ripetendo inoltre più volte gli stessi nomi all’interno dello stesso elenco.
I sostenitori del mito delle foibe, si sono ben guardati dal dire che i corpi effettivamente ritrovati, alcune centinaia, appartenevano a uomini e donne del regime fascista o del regime d’occupazione tedesca, che ha controllato la zona dopo l’8 settembre del ’43, o comunque erano i corpi di quegli informatori e quelle spie che per poche lire vendevano la vita di slavi, ebrei, partigiani e oppositori politici.
Non furono quindi gettati nelle foibe questi uomini e donne “sol perché italiani”, come ripete ossessivamente la propaganda del giorno del ricordo, questi uomini furono uccisi piuttosto “proprio perché fascisti e nazisti”.
Non c’è stato quindi nessun tentativo di pulizia etnica ad opera di partigiani slavi, si è trattato piuttosto di vari episodi di vendetta e giustizia popolare contro quanti per più di vent’anni si erano resi responsabili di arresti, torture, stupri, omicidi, incendi di interi villaggi e dell’internamento di migliaia di civili in campi di concentramento (come ordinava la “famigerata” circolare 3c del gen. Mario Roatta).
Ancora una volta, un tentativo di riscrivere, stravolgendolo, un momento della nostra storia: un’operazione per far passare i fascisti per vittime patriote, uccisi solo perché italiani, e i partigiani per dei mostri sanguinari.
Un revisionismo favorito, negli ultimi anni, anche da uomini della sinistra istituzionale, per questo, non c’è da meravigliarsi che in parlamento sia stata proposta una legge che mirava ad equiparare partigiani e combattenti di Salò, e a concedere quindi a questi ultimi anche delle pensioni di guerra.
E’ evidente che è anche grazie a queste operazioni revisioniste che tentano di ridare dignità e rivalutare il fascismo, criminalizzando la lotta partigiana, che fascisti vecchi e nuovi sono potuti negli ultimi anni uscire dalle fogne e hanno potuto risollevare i tombini per svolgere al meglio il loro ruolo di cani da guardia dei potenti, indicandoci gli stranieri, gli omosessuali e i diversi come i nemici da combattere, per distogliere la nostra attenzione dai reali responsabili della miseria quotidiana che subiamo.
I padroni li ringraziano, sovvenzionano le loro sedi e le loro associazioni, li fanno difendere in piazza dalla polizia e assolvere nei tribunali dalla magistratura.
Per quanto ci riguarda, crediamo che debbano tornare ad annaspare nelle fogne, e per ricacciarceli non potremo di certo contare sul vittimismo e l’ambiguità della sinistra istituzionale: è’ necessario autorganizzarsi dal basso tra quanti hanno in odio ogni fascismo e ogni razzismo, per cacciarli una volta per tutte fuori dalle città e dalle nostre vite.
Antifascisti Udinesi