Tutt* sul tetto

 

noisiamoqui293Sì, ieri erano tutti sul tetto, di nuovo, i sequestrati  nel CIE di Gradisca.
Se ne duole la rappresentante di SEL Serena Pellegrino che ha affidato a FaceBook il suo pensiero sul presidio di ieri. (leggi sotto)
Ce ne dogliamo che se ne dolga, ma forse, non si è capito che non è della credibilità di chi é tenuto segregato  che si deve parlare, ma della credibilità della politica; di quella che ha inventato i CIE, di quella che ha potuto, anche solo lontanamente, pensare di convivere con questi lager sul territorio, di quella che  periodicamente va a parlamentare per calmierare, che poi tanto ….è solo il parlamento che può decidere.
Ci si preoccupa ora dell’incolumità degli “ospiti”? Sempre troppo tardi se si parla di CIE.
L’uomo caduto dal tetto cercava la libertà, anche quello che il giorno dopo ha mangiato una lametta, come molti altri prima di loro, hanno mangiato vetri, si sono tagliati, si sono cuciti la bocca… Rimanere incolumi in un CIE vuol dire rimanere in gabbia, probabilmente sedati, sicuramente cancellati della propria volontà.
Perciò ogni parola della politica oggi suona tardiva e un pò  ipocrita.
Non è facile disfare o disfarsi di ciò che si è fatto.  O perchè non se ne ha realmente la voglia, o perchè poi non si sa come fare, o perchè ciò richiede una autocritica dal profondo perchè i CIE -prima CPT- votati furono (legge 40/1998) nel governo Prodi, (cari Codega e Serrachiani) pure da Vendola allora Rifondazione, ora Sel, cara Pellegrino.
Dal tetto si vede meglio e più lontano.
Qui un report sul presidio di ieri.

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Serena Pellegrino

DI NUOVO SUI TETTI!

Alla manifestazione di questo pomeriggio svoltasi davanti al CIE di Gradisca, a cui non ho partecipato ma che come altri ho sostenuto per la sua forma di solidarietà verso le parti coinvolte, hanno partecipato gruppi eterogenei. Rappresentanti del consiglio regionale, provinciale di Gorizia e di diversi comuni erano presenti nella loro veste istituzionale. Secondo quanto mi è stato riferito da fonti più che accreditate, i fatti per come si sono succeduti non potevano che far esplodere, come ho più volte ripetuto, la pentola a pressione. Mi era stato annunciato che alcuni “antagonisti” i cosiddetti disobbedienti si stavano preparando a partecipare alla manifestazione. Quanto imposto dalla questura come misura cautelativa per la buona riuscita della manifestazione non è stato seguito e nel frattempo all’interno del CIE gli “ospiti” sono saliti nuovamente sul tetto!!! Due telefonate, la prima con il dirigente della questura poi con Matteo Negrari mi hanno permesso di sapere come si sono svolti i fatti. Per accedere al tetto hanno di nuovo spaccato il vetro/plexiglass che funge da separatore tra l’ultima vasca e l’esterno, mettendo a rischio, in primo luogo la loro incolumità fisica e successivamente la loro credibilità; io mi auguro che tutto continui a procedere nel verso che abbiamo imboccato quest’ultima settimana. La scorsa volta che erano sul tetto avevo trascorso buona parte della nottata con loro e solo all’indomani ero riuscita a persuaderli a scendere perché andavo dal Prefetto con i loro desiderata. Ma noi sappiamo bene cosa pretendono: la riduzione del periodo di permanenza nella struttura da 18 a 6 mesi, ma si sa anche che è una misura che non può certo essere presa nell’immediato né tantomeno dal Prefetto. La mia più grande preoccupazione ora è l’incolumità di tutti gli “ospiti”. Non possiamo dimenticare che è ancora in ospedale, in coma farmacologico, il marocchino che lunedì notte è caduto dal tetto cercando di scappare. E’ arrivato il momento che gli organi preposti intervengano nell’immediato, il Parlamento poi dovrà fare il suo.

 

 

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