Come i panda
Ma davvero vogliamo essere una specie protetta?
Va bene che per farci calare nel ruolo certe pubblicità progresso per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la violenza rappresentano spesso la donna con l’occhio nero…. Però, dopo che abbiamo capito urbi et orbi che il problema esiste, -che perfino il papa, se gli scrivi che sei stata stuprata ti solidarizza-; che la violenza, e le molestie ed il sessismo ecc. ecc. non si dovrebbero fare…. che fàmo?
Auspichiamo che ci sia creato un mondo a parte, off limits ai malintenzionati, con targhetta sulla porta for “damen” come nei cessi e come hanno pensato di fare su certi convogli delle ferrovie tedesche ed austriache?
Sarebbe piacevole sì, essere indisturbate, e non solo in viaggio; sempre, possibilmente.
Perciò non è il vagone rosa che deve essere creato, è tutto il resto del treno che deve darsi una sistemata.
Non ci è mai piaciuta questa politica ruffiana di parcheggi, vagoni, o seggi… insomma di piccoli mondi a parte.
Che poi si sa, le specie protette sono deboli, fragili e soprattutto hanno bisogno di protettori; insomma, niente da fare, questo treno corre sempre sugli stessi binari del patriarcato.