Chi e perchè
Chi ha ucciso Silvia, adesso è noto: un uomo di 36 anni, ha confessato il delitto ed è sembrato credibile; le prove ed i riscontri sono contro di lui.
Poi c’è anche un “perchè” che invece è meno convincente e forse prelude ad un altro che racconteranno i riscontri e diranno se quella persona intercettata dall’assassino non necessariamente doveva essere Silvia ma necessariamente doveva essere una donna. Perchè l’obiettivo non era il rapimento, il riscatto, i soldi ma un corpo di donna, anche solo in quella parte più effimera che sono i capelli.
Un’azione assurda e sconclusionata o un’ossessione inconfessata e grottesca finita in tragedia.
Delitto o femminicidio; dell’uno o dell’altro, Silvia è morta ma la stampa non ha avuto dubbi nel contabilizzarla nel secondo.
E, come l’altro ieri, continuiamo a chiederci “perchè”.
Perchè quando per cause così violente muore una donna, c’è sempre qualcun* che ricama per guadagnare qualcosa alla sua causa, abbiamo scritto, e la lotta al femminicidio sembra essere, in questo momento la causa di tant*.
Dovrebbe essere un bene, ma purtroppo non lo è, perlomeno non così; come quando serve a legittimare spinte sempre più repressive e politiche di difesa delle donne falsate e fallaci.
Abbiamo letto ieri il coro delle rappresentanze femminili in politica; le sviolinate della governatrice alle forze dell’ordine; le apologie sulle quote rosa, via maestra di addomesticazione delle donne alla politica, per concludere con la pedagogista che sì, “è triste che dobbiamo sempre guardarci le spalle, ma è una realtà. L’importante è non sopportare, ma reagire per tempo perchè il lupo è sempre in agguato”
Quel “lupo in agguato” che non a caso il MV ha subito ripreso nel titolo, perchè fa tanto comodo che le donne debbano vivere in uno stato di paura o debbano sentirsi assediate come fossero Capuccetto Rosso nel bosco.
Chi ha paura è vulnerabile e gestibile, non è in grado di reagire per tempo e legittima la tutela ed il controllo. Un grande passo avanti nella strada dell’autodifesa dalla violenza, non c’è che dire.
E poi c’è il lupo in agguato che più donne mangia, più si possono reclamare leggi liberticide.
E, se non ci sono già, qualcuno presto invocherà anche le telecamere sulla pista di jogging.