Chi ha ucciso Simone
Simone aveva con sé il biglietto nel quale aveva scritto il nome del suo assassino: l’omofobia.
Non occorre cercare, supporre, indagare; però occorre dettagliare, descrivere nei particolari le sfumature dell’odio che alla fine determinano la costruzione complessiva di una condanna a morte, civile e fisica.
Le condizioni al contorno che a diversi livelli del vivere si concretizzano con le battute di scherno, le aggressioni verbali, le aggressioni fisiche, l’isolamento, la stigmatizzazione.
E poi c’è tutto l’impegno che chiesa e fasci di vario genere ci mettono quando si coalizzano contro quella che loro definiscono in modo prepotente e demenziale: “deviazione dalla natura”.
Non a caso Winkler ha ricordato il recente convegno di Milano organizzato dall’Associazione Famiglia Domani che così descrive: “Chi ha potuto partecipare ha sentito dire senza mezzi termini che gli omosessuali sono pedofili, che l’omosessualità è una devianza da un comportamento “normale” e che il leader da imitare per affrontare la questione è Vladimir Putin. Il tutto, apparentemente, sotto gli applausi scroscianti degli spettatori. E’ stato invocato un intervento del legislatore contro i comportamenti omosessuali, e l’omosessualità è stata paragonata alle pulsioni sessuali verso i morti, verso gli animali, verso gli oggetti e verso i bambini.
Tu, omosessuale, sei un criminale e/o un malato! Questo era il messaggio”.
Prima di Milano c’era stato un convegno analogo a Verona; ne avevamo parlato qui e la sostanza, essendo gli stessi organizzatori, sarà stata indubbiamente la stessa.
L’integralismo è un veleno che uccide, ricava la propria forza dall’annientamento di chi ritiene diverso dalla norma castrante che si è inventato.
Cosa c’è di peggio di una prescrizione che ti nega la libertà di provare affetto, sentimento e passione per una persona anche se questa è del tuo stesso sesso?
Per Simone nulla era peggio se l’unica via di uscita è stata la morte.
Criminale e malato è chi ti costruisce intorno muri che si chiamano “famiglia”, “tradizione” e stronzate simili nel senso che la prima è un costrutto storico-sociale ed in quanto tale in via di evoluzione e trasformazione, l’altra lasciamo stare che sappiamo già con chi si accompagna..
E l’uscita dall’omofobia passa attraverso il loro abbattimento.
E bisogna avere la forza, anche per Simone, anche per lui, anche se non c’è più.