Connettoma e Stereotipoma

cervellosessuato1Divulgazione, che passione! Soprattutto se la descrizione di una scoperta permette di affermare concetti e valori rassicuranti e riconosciuti, di confermare ciò che sappiamo dando conferma scientifica al nostro aver ragione; vuoi mettere la soddisfazione di dire “E scientificamente provato”!?
Quando si parla di uomini e donne poi, ahh!!!
Quando la sempre più raffinata e tecnologica intrusione stereoscopica avvalla la dimensione stereotipica è sempre prevedibile  un orgasmo socioculturale.
Ora che si è lanciata la corsa al connettoma, come a suo tempo ci fu quella al genoma e tutto aveva un suo gene, anche il brutto carattere; ora, di sicuro saremo descritt* con uno zigozago cerebrale dal quale si prenderanno i fili per ricamare anche tesi, ipotesi, teorie, dogmi sui generi di ogni genere.
Andiamo a leggere la Repubblica (4.12.13) che illustra l’ultimo risultato della ricerca effettuata da un gruppo della Università della Pennsylvania a Filadelfia e pubblicato su Proceedings of the National Academic of Sciences; la prima parte è tutto un elenco di differenze culturalmente attese: “i maschi ragionano in lungo, le donne in largo”; e che altra protrusione geometrica dello spazio si poteva attribuire al pensare maschile o femminile? E così: “lo stereotipo dell’uomo specializzato nel parcheggiare l’auto o leggere una cartina e della donna abile nel multitasking viene oggi confermato da uno studio che osserva come sono strutturati fasci di fibre nervose nell’intero cervello maschile e femminile”.
Questo per dire che nelle immagini ottenute dallo studio su 949 individui fra gli 8 e i 22 anni, nei maschi le maggiori connessioni si hanno all’interno degli stessi emisferi e nelle femmine fra l’emisfero destro e quello sinistro.
Poi andiamo a leggere una divulgazione un po’ più specializzata, quella del Le Scienze: loro ci aggiungo una cosa: se si passa ad esaminare il cervelletto, la situazione è opposta; le femmine vanno in lungo e i maschi in largo, per dirla alla Elena Dusi l’articolista della Repubblica.
Ma da nessuno dei due è dato sapere le implicazioni di queste differenze.
E poi c’è un altro aspetto riportato dallo studio: le differenze si stabiliscono e si accentuano fra i 14 ed i 17 anni, ma nemmeno su questo aspetto si fanno grandi considerazioni, se non che la concretizzazione di queste “diverse” attitudini emerge, come gli altri tratti sessuali, con l’adolescenza.
Quindi, leggiamo da “Le Scienze”, il cervello maschile o femminile è diversamente “strutturato”.
E tutto sta nell’interpretazione di quella parola: cioè di un sistema che è disposto secondo una determinata struttura. E che struttura è il cervello? E quanti aggettivi possiamo attribuire a questa struttura? Fissa, mobile, modulare, complessa, lineare….
La connettomica nell’intento di vedere filo per filo l’intero cablaggio, in un certo senso, per prendere i bandoli  delle matasse neuronali ,  linearizza, sì, ciò che è in continuo movimento nello spazio della materia bianca e grigia e nel tempo.
Se alla luce dell’epigenetica  dire che  noi siamo il nostro genoma sembra un’affermazione riduzionista; dire che noi siamo il nostro connettoma, ci sembra quasi una stronzata, tanto è vero che per parlare della complessità del cervello ci si appoggia a terminologia propria dell’elettrotecnica e delle comunicazioni… insomma, a tutta birra indietro verso un più sofisticato riduzionismo ipertecnologico.
Al momento preferiamo restare all’idea che siamo tutt* figl* dell’evoluzione alla quale non interessa affatto che siamo maschi, femmine, ermafroditi, o altro, alla quale interessa che la formula funzioni e che funzioni sempre meglio; per che cosa? Perchè esista la vita. Ecco tutto.
Il che cosa sia la vita, il perchè, il quando, dove, e il come  debba essere ecc. ecc. sono poi tutte congetture dei nostri cervellini con le quali possiamo più o meno concordare.
Possiamo per esempio concordare con l’idea che l’evoluzione con la nostra specie stia mettendo a punto questa formula del cervello diversamente strutturato? Può anche essere (p.es. che le differenze di materia bianca o grigia fra maschi e femmine sia geneticamente determinata) ma allora sappiamo che poi è solo la cultura  che ti dice  se il cervello multitasking ti serve per lavare i piatti,  stirare, scopare contemporaneamente oppure per scopare nel senso di fare sesso, mangiare, e suonare la batteria, contemporaneamente.
Perchè il primo tris di operazioni rientra in quella branca del “sapere” costruito, pregiudiziale e molto comodo che per essere à la page possiamo chiamare stereotipoma.
Prrrrrrr.

Comments are closed.