Il fattore antifa
O discriminante antifascista o strumentalizzazioni neofasciste; è questo il titolo di un comunicato del Collettivo studentesco Makhno che qui di seguito riportiamo.
Udine, 9 dicembre 2013, fascisti in piazza: senza discriminante
antifascista è l’unica cosa che i forconi possono ottenere
10.12.2013
Strilli e populismi (e nuovi vecchi fascismi) sono arrivati anche a Udine, cercando di strumentalizzare già da tempo, ma senza molto successo, tematiche di movimento, come il diritto allo studio, l’ambientalismo, l’animalismo (con i neofascisti di CasaPound e della Foresta che Avanza in Piazza Libertà il 23 marzo 2013, davanti al silenzio complice della “sinistra” bene che siede in comune e poi si fa viva il 25 aprile), disuguaglianza sociale… (Recentemente ci hanno provato anche col Muos in Sicilia, ricevendo un calcio in faccia dalle/dai compagn* del Movimento No Muos).
Perché è di questo che parliamo. Di chi nasconde razzismo dietro tricolori, antisemitismo dietro discorsi contro le banche, fasci littori dietro… forconi.
Stiamo parlando dei populisti che dall’8-9 dicembre stanno dando la possibilità a neofascisti e neonazisti (Forza Nuova ha dato ufficialmente il suo sostegno) di utilizzare la crisi per propagandare la loro disgustosa ideologia, come fece Hitler nella Germania in crisi degli anni ’30 e come sta succedendo in Grecia e Ungheria. Dietro sipari inconsistenti come l’“apoliticità” (sic) si nasconde il tentativo di legittimare fascisti e fascismo, come se fosse rispettabile al pari delle altri ideologie.
Tutto questo si è visto ieri a Udine quando un manipolo di fascisti e ultrà nazisti (con grida contro i “comunisti” che evidentemente sono sempre nei loro pensieri anche quando non ci sono, e con urla come “A Roma hanno dato fuoco al campo nomadi! E’ vero! Era ora!”, a cui nessuno, nemmeno grillin* e “cittadin*” varie/vari, ha risposto) hanno preso in mano le redini della manifestazione in Piazzale Osoppo con scontri verbali con gli organizzatori, e bloccando le strade, farsescamente, spostandosi non appena gli veniva ordinato dai loro camerati (ma questi ultimi invece in divisa), per poi cambiare strisce pedonali da “bloccare”. A poco è servito evidentemente scrivere nel volantino degli organizzatori “Non è ammessa alcuna forma di discriminazione in merito a religione, ideologia politica, regione di appartenenza e razza” o “Siamo per la riaffermazione dei principi sanciti dalla carta costituzionale”, una carta costituzionale che è antifascista.
Se dopo quanto è successo ieri i forconi (o comunque vogliano farsi chiamare) non porranno la discriminante antifascista non potranno ottenere che questo. O discriminante antifascista o infiltrazioni e strumentalizzazioni fasciste: ai forconi la scelta.
Non sia frainteso e confuso con richieste securitarie quanto stiamo per scrivere (che serve solo a sottolineare il nostro odio verso i fascisti, con o senza divisa), ma fa pensare vedere da un lato quattro furgoni pieni di celerini per una manifestazione di compagn* contro le aggressioni indiscriminate della polizia e dei carabinieri a Udine contro ragazz* e anarchiche/anarchici, e dall’altro una manciata di vigili urbani e carabinieri (nemmeno in tenuta anti-sommossa) davanti a decide di fascisti che hanno fra l’altro fatto fuggire molt* manifestanti non fascist* nella fase finale del corteo. Questo per restare a Udine, per non parlare poi degli sbirri in altre parti d’Italia che sfilano in corteo senza casco e dispensando baci insieme ai loro camerati… O era solo prassi comune, come pretenderebbe di farci credere la questura? A Roma abbiamo visto cose molto diverse. “Tutti insieme!”, strillavano i populisti, eccitati. “Siamo con le forze dell’ordine”, aggiunge il buffone Grillo. No, noi non staremo mai dalla parte degli assassini di Carlo Giuliani, Cucchi, Frapporti, Aldrovandi, Uva… Giuseppe Pinelli, il cui omicidio di stato ricorre proprio in questi giorni.
In ogni caso, nulla di cui stupirci.
Ma anche a Udine è successo anche questo.
Però in fondo come dicono le/i grillin* (Grillo aprì a CasaPound e si è espresso con frasi sessiste e contro i “clandestini”, per non parlare dell’intervento pentastellato di mesi fa in parlamento che quasi lodava Mussolini…) perché dividerci? Dai, tutt* unit* per manifestare!
Ma manifestare per cosa? Per cosa manifestano tutte queste persone per nulla affette dal “cancro” (per loro) della consapevolezza ideologica?
Per ottenere uno stato di polizia, cioè una dittatura militare! Sembra uno scherzo, ma a dichiararlo è stato lo stesso Danilo Calvano, leader del movimento del 9 dicembre.
E non pensiamo ci sia altro da aggiungere, se non che la vera lotta è quella di chi tutti i giorni combatte contro l’oppressione, di chi combatte contro un dominio fatto di stato, capitale, polizia e grandi opere inutili e mafiose, come i quattro compagni anarchici No Tav lombardi e piemontesi accusati di “terrorismo” a cui va tutta la nostra complice solidarietà.
La Lotta non si arresta!
La Resistenza non si arresta!
Tutte libere, tutti liberi!
Collettivo Makhno