Poverini

noisiamoqui330C’è chi lo chiama “Il Corriere della Serva”.
Nulla di nuovo eh, vale solo la pena di segnalare, come fa Giornalettismo, un altro articolo, che avvalora la suddetta propensione, un articolo a firma Giovanni Bianconi sui poliziotti arrestati per i fatti del G8 di Genova del 2001.
Un articolo confezionato in modo servile appunto, orientato a dar voce  e farci partecipi dell’amarezza dei poliziotti andati ai domiciliari; loro, uomini che arrestarono Provenzano e il killer di Brindisi, loro uomini dell’antimafia, loro che di quanto stava accadendo alla scuola Diaz non sapevano, loro che disposero gli arresti dei manifestanti su prove falsificate  delle quali non sapevano nulla,…. loro innocenti. Poverini.
Genova 2001 fu macelleria messicana; così la ricostruisce Internazionale di oggi:

Cominciò una perquisizione senza mandato del magistrato, organizzata per cercare armi e black bloc. Poco prima della mezzanotte, circa 300 poliziotti divisi in due colonne circondarono la scuola da tutti e due i lati di via Cesare Battisti, accerchiando i due edifici. I manifestanti stavano per andare a dormire. Alcuni erano davanti al computer, altri erano in strada a chiacchierare.
Alla vista dei plotoni di polizia in assetto antisommossa, si rifugiarono nelle due scuole, chiudendo il cancello e il portone. A mezzanotte il portone venne forzato e le prime squadre del settimo nucleo antisommossa fecero irruzione. Si scagliarono contro le prime persone che si trovarono davanti, un gruppo di undici spagnoli in ginocchio con le mani alzate. Le altre 12 persone presenti nella palestra furono picchiate. Molte erano ancora nei sacchi a pelo.
Al primo piano 38 persone aspettavano nel corridoio con le mani alzate. Furono fatte mettere a terra e furono picchiate brutalmente. Al secondo piano si trovavano 15 persone. Qui entrarono in azione anche dei poliziotti in borghese. Al terzo piano i poliziotti non trovarono nessuno e si accanirono contro gli oggetti.
Al quarto piano otto persone, sentendo le urla e i rumori del pestaggio, si nascosero nelle aule e nei bagni. Vennero tutti raggiunti da decine di poliziotti, che si scatenarono in pestaggi di particolare violenza.
Si trattò di un’aggressione con manganelli speciali (i cosiddetti tonfa) e armi improprie, come bastoni e mazze da baseball portate da casa. Anche le operazioni di perquisizione vennero fatte con metodi inusuali. Vennero sequestrati coltellini multiuso e a serramanico, e attrezzi provenienti in larga parte da un cantiere dentro la scuola.
Alla fine dell’operazione la polizia arrestò tutte le 93 persone che erano dentro la scuola Pertini. Ventotto persone vennero ricoverate nei vari ospedali della città. La maggior parte di loro fu portata alla caserma di Bolzaneto insieme agli altri 65 arrestati. Tutti hanno scoperto solo in carcere e in ospedale di essere accusati di associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza aggravata e porto d’armi.
Solo sette persone su 93 non hanno riportato lesioni. I feriti furono circa 60, cinque in pericolo di vita e molti con fratture multiple.

Per tutto questo nessuno ha mai pagato perchè il reato di lesioni è stato prescritto. E’ rimasto quello di falso per il quale i superpoliziotti da due giorni sono ai domiciliari, mentre durante questi tredici anni di processi alcuni, invece che essere rimossi hanno fatto carriera, e per quelli andati in pensione gli si paga l’appartamento di lusso perchè in questo paese parafascista e paraculista  vige il principio  promoveatur ut amoveatur con il contorno del compiangimento per la loro trista sorte suggerito dal Corriere.
I servi servono,  le persone libere non dimenticano. Qui il resoconto dei processi.

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