Tar wars
Gli OGM hanno un pregio: quello di farci discutere e riflettere sul tipo di agricoltura che, a fronte dell’inquinamento, dissesto ambientale, perdita di biodiversità e cambiamento climatico dovremmo favorire.
Molti hanno esultato per la risoluzione dei Tar, del Lazio e del Friuli sul respingimento dei ricorsi di Futuragra e di Fidenato. Qui la sentenza del primo, qui, una nota della regione per entrambi.
Il titolo più ricorrente è stato: “Italia libera da OGM”.
E’ un inganno e lo sappiamo.
Per prima cosa perchè soia e mais gm si importano per l’alimentazione animale in grande quantità, (qui un documento di Gereenpeace del 2007) e poi perchè, come dice Bressanini “…. è un segreto di pulcinella che in molti campi del Nord Italia, dal Piemonte sino al Friuli, già oggi il mais ogm, liberamente acquistabile sul mercato sementiero, è seminato e coltivato in silenzio, e poi dato da mangiare agli animali….”
Quanti sono i seminatori all’ombra di un Fidenato conclamato?
Qualche tempo fa ci eravamo fatte la stessa domanda leggendo della sentenza su Stefano Midun agricoltore di Campoformido assolto dal tribunale di Udine, l’8 aprile, per aver seminato mais Mon 810, perchè “il fatto non è previsto dalla legge come reato”; sentenza formulata guardando alla pronuncia della Corte di giustizia europea piuttosto che alla normativa italiana.
Ecco; l’incontrario di quello che il 24 aprile ha fatto il Tar del Lazio che ha salvaguardato la normativa italiana, il decreto interministeriale del 12 luglio 2013 perchè in realtà esso decreto non è un divieto, -che non ci può stare-, ma una moratoria temporanea (scadenza febbraio 2015) che, secondo i giudicanti ci può anche stare, a fronte del fatto che la commissione europea deve ancora rivedere l’autorizzazione a quel tipo di coltura (Mon 810) sulla base di una normativa più restrittiva.
Argomentazioni labilissime, formulate da un’asse in equilibrio su una sfera; poteva essere tranquillamente anche l’inverso, come d’altra parte tutt*, comprese noi, si aspettavano.
Ma, chi scombatte nei vari comitati di difesa ambientale ecc., sa che il Tar è un -costoso- terno al lotto, perciò noi non ci associamo ai trionfalismi e guardiamo oltre.
In tema di ogm è d’obbligo, per l’asserzione che abbiamo fatto all’inizio di questo scritto e perchè, senza i problemi nuovi che questi ci creano (commistione ogm/ogmFree, maggior pressione per resistenza, interferenze ambientali e con organismi non target…), già l’agricoltura industriale ci lascia una bella coda di rogne da risolvere; dagli inquinanti in eredità (vedi Atrazina) alla perversione della monocultura, perchè se ci sono i maidicoltori, c’è questa supposta (!) “vocazione” maidicola della pianura padana che lega a doppio mandato l’uso del territorio all’allevamento intensivo di animali “da reddito”.
Questo è l’anello da spezzare, del quale gli ogm rappresentano l’ultima saldatura.
Non lo spezzerà una legislazione nazionale od europea impegolata nei tira e molla fra interessi contrapposti.
Fidenato ricorrerà al consiglio di stato, scadranno i termini del decreto interministeriale, Monsanto e Pioneer prima o poi avranno le loro autorizzazioni, forse si stabilirà la facoltà per ciascuna nazione di decidere se sì o se no, ma nessuno potrà proibire le importazioni e perciò siamo tornat* al punto di partenza.
Nulla da festeggiare. Molto da ripensare.