D-Day
Dunque oggi avrebbe dovuto essere il D-Day, il giorno della Distruzione da parte della forestale del mais mon810 seminato da Fidenato a Mereto di Tomba e a Colloredo di Montalbano.
Invece è stato il giorno in cui la regione ha dimostrato di non essere in grado di adempiere nemmeno al dettato delle proprie leggi.
E’ stato di fatti distrutto solo l’appezzamento di Mereto; per l’altro di Colloredo presidiato da Fidenato e supporters, la mietitrebbia ha fatto dietrofron con verbalino giustificativo e patata alla procura.
MonSanto Subito!
Forse ha funzionato l’invocazione della gerarchia legislativa: prima l’Europa che li ha autorizzati; il resto non conta.
Il resto sono i vari decreti, più o meno pasticciati, più o meno efficaci che stato e regione appunto, hanno messo in piedi per fare qualcosa in proposito. [qui un elenco compilato dal Comitato tutela biodiversità].
Nel frattempo, anche l’Europa, in tema di ogm dovrà decidere di che morte morire: cedere alla pressione delle lobby del transgene, ai dictat del wto, agli accordi ttip o lavarsene le mani ovvero autorizzando tutto ma lasciando ogni stato libero di decidere e accontentando così tutte le entità di cui sopra.
Gli ogm intanto, incombono sul nostro futuro, amati-odiati a seconda degli interessi degli operatori in campo in una sovrapposizione di ipocrisie che non lasciano vie di uscita. Una parte di scienza, quella che opera nelle biotecnologie e quella sposata all’agricoltura industriale intensiva li invoca (e come potrebbe essere altrimenti?); chi si riempie la bocca di Made in Italy, spesso con altrettanta ipocrisia li aborre…. la politica nicchia e via di seguito in una sceneggiata senza fine.
Di fatti in questo contesto si ascrivono tutti i tira e molla senza sbocco cui abbiamo assistito qui in regione in questi ultimi anni ed anche oggi.
Le criticità sempre più evidenti invece ci dicono che non se ne esce se non si guarda a cosa si vuol fare del proprio territorio. Cementato, franato, impoverito, inquinato.
No ogm deve significare innanzitutto Vonde blave per esempio. Lo ripetiamo ogni volta; alle osservazioni su questo tipo di coltura che serve per la maggior parte per l’allevamento animale, -che bisognerebbe ridurre drasticamente, lo sappiamo-, aggiungiamo l’osservazione che il mais è anche pessima materia prima per biocarburante: per produrre un litro di etanolo da mais ci vogliono tre quarti di litro di combustibile fossile, con scarsa riduzione di emissioni di gas serra ed enorme consumo di acqua.
Il consumo d’acqua appunto; un recente studio presentato al Politecnico di Milano ci dice che la pianura padana è fra le aree agricole maggiormente a rischio, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di risorsa idrica in arrivo dai fiumi alpini; nella pianura padana si coltiva mais mais e mais e, a parità di coltivazioni, il futuro prossimo sarà condizionato da questi parametri: scarsità d’acqua – maggior necessità di irrigazione, riduzione della produttività. Possiamo tenerla alta a suon di insetticidi, di ogm o di ogni altra diavoleria che la tecnoscienza ci mette a disposizione?
Volendo anche possiamo, per esempio possiamo superare anche queste asfittiche discussioni ogm si/no ricorrendo al trichogramma in quadricottero cioè al parassitoide della piralide sparato sui campi di mais da un drone, (sperimentazione in corso nel mantovano) che i droni sono meno problematici dei geni… perlomeno quando non sono armati per spiarti o spararti… non possiamo però dimenticare che anche l’agroecosistema ha dei limiti strutturali e quando li avremmo superati sarà l’ambiente a ricordarcelo e non sarà in modo indolore.
Importerà assai poco ai Fidenato’s friends, oggi con i trattori a protezione del campo incriminato, a rivendicare libertà di semina che è pessimo seme per il il futuro.