La versione di Shaked
Ayelet Shaked è deputata al parlamento israeliano del partito “Habeyit Hahehudi” (Casa ebraica), membro della coalizione di governo.
In questi giorni hanno fatto molto discutere le sue dichiarazioni sul fatto che bisognerebbe uccidere le madri palestinesi perchè non mettano al mondo altri sepenti ovvero altri terroristi.
Alcuni poi hanno osservato che le parole non erano quelle, il senso nemmeno, che era una bufala, che era una traduzione errata, tendenziosa.
Allora abbiamo cercato; una parte dell’originale l’abbiamo trovato qui; la traduzione per intero qui.
E la traduzione “corretta”, sembra quasi peggio di quella “forzata”, perchè se questa poteva essere una sparata agghiaccinate, l’intero discorso è di un agghiacciante cinismo che tenta di giustificare e legittimare il genocidio palestinese sulla base di un osceno “così è la guerra”; così è la guerra di Israele contro il popolo palestinese, guerra che vale sette volte di più perchè il nemico si nasconde tra il popolo e allora il popolo tutto è il nemico… “Questo vale anche per le madri dei martiri che li accompagnano all’inferno con fiori e baci. Dovrebbero seguire i loro figli, nulla sarebbe più giusto. Dovrebbero andarci e le loro case, dove hanno allevato i loro serpenti, dovrebbero essere annientate. Altrimenti li’ cresceranno altri serpenti”.
Parole semplici che spiegano perfettamente perchè Israele con tutto il suo sofisticato ambaradan militare non riesce a distinguere un obiettivo sospetto da quattro bambini che giocano sulla spiaggia.
Lo spiega molto bene Gideon Levy su Haaretz: Il vero scopo di Israele nell’operazione a Gaza? Uccidere gli Arabi.
Loro sono il nemico incarnato nel popolo palestinese, è lui che ha incominciato, Israele si difende, non è colpa sua; questa è la formula di rito cui l’opinione pubblica deve credere per poter guardare ai corpi straziati dei bambini senza battere ciglio. Terroristi… o serpenti, nella versione di Shaked.
Giovedì 24 luglio a San Giorgio di Nogaro – Piazza del municipio h. 21,00
Presidio contro il genocidio del Popolo Palestinese