Debora TAV e TRIV
Non ci fa mancare nulla la governatrice Serracchiani per rendersi più indigesta possibile.
Della sua passione per il TAV ne abbiamo accennato diverse volte, dai tempi in cui il TAV era irrinunciabile a quelli odierni in cui è diventato “diversamente” fattibile ma sempre finanziariamente indispensabile. E detto questo abbiamo già capito tutto su chi fanno carico i costi e chi i benefici.
Poi la governatrice, per un po’ è stata anche una noTRIV. Questo lo hanno ricordato in molti facendo girare giorni addietro il tweet in cui si diceva contro le trivellazioni in adriatico. “Oggi”, scriveva il 21 gennaio 2012, “ ho partecipato alla manifestazione per la difesa del mare Adriatico dai rischi delle trivellazioni petrolifere”.
Oggi invece, che contro le trivellazioni è stato indetto un referendum, lei invita all’astensione perchè il referendum, dice, è inutile.
Maggiori dettagli qui; in ogni caso la giravolta si spiega facilmente con l’avanzamento di carriera, da rottamatrice a vicepresidente del Passito Democratico che inibisce anche il risultato del referendum del 2011 sull’acqua pubblica rendendo possibile la gestione del servizio idrico anche a società per azioni. Alla facciaccia della volontà popolare.
E così la nostra, dai pozzi petroliferi, ai pozzi artesiani, non finisce mai di essere rappresentante di interessi lobbistici.
A proposito di acqua, qui da noi, piace lo slogan “Debora Serracchiani giù le mani dai pozzi artesiani!” poiché governa una regione sempre più interessata a chiudere le fontane (o comunque a ridurne la portata) ed a spingere verso l’obbligo di acquedottizzazione.
Un pozzo di cupidigia.