C’era una volta il maschilismo
che identificava il dominio di un sesso (ed un genere) su un altro… poi, ragionando sulla complessità di quello che siamo, il discorso si è giustamente dilatato… qui alcuni appunti su sessismo ed antisessimo, per una riflessione che continua…
La sessualità è performativa, cioè produce possibilità di esistenza (e di identità) nel momento stesso in cui le mette in atto. Questo mi sembra è il contributo che le lotte di liberazione delle donne e delle soggettività glbtq hanno dato a tutt* noi, mettendoci di fronte ad uno scatto di sensibilità fondamentale. Da qui non si torna indietro.
Nel momento in cui io agisco la mia autodeterminazione, l’autogestione del mio corpo, del mio desiderio, della mia sessualità, invento posibilità di esistenza che diventano reali non solo per me. Il sessismo è la negazione di questa performatività, di questa creatività politica capace di cambiare le strutture carnali delle relazioni.
Come agisce il sessismo: attraverso l’inferiorizzazione, la discriminazione, il disprezzo, la reificazione dei corpi e attraverso l’utilizzo delle pratiche sessuali, delle immagini a sfondo sessuale, delle parole che le descrivono, come armi di scherno e/o di offesa rivolte contro soggettività che si considerano inferiori, diverse, non conformi. Il sessismo è prodotto dal fallocentrismo, ma anche spalanca le porte al suo continuo riprodursi.
Il sessismo è una forma di fascismo quotidiano.
L’antifascismo e l’antirazzismo devono per forza intrecciarsi con la lotta contro il sessismo, perchè le strutture dell’oppressione sulla base del genere e dell’orientamento sessuale sono le stesse strutture che sorreggono il fascismo e il razzismo, il controllo del corpo e l’ (ab)uso del corpo delle donne, del gay, della trans, del/della immigrato/a. Guardiamo quello che succede nei CIE, formula compiuta del fascismo e del razzismo di stato: rinchiudere, soggiogare, tenere in totale dipendenza…