Intersessualità e libertà
Quando la cura è più crudele della malattia, ovvero quando la malattia non c’è ma si inventa, e si inventa anche la cura. Un disastro che corrisponde alla tortura.
Ciò che qualcun* vorrebbe fare con l’omosessualità, per esempio.
L’invenzione della malattia per orientamenti e preferenze sessuali che non rientrano nello schema socialmente stabilito cioè quello del sesso binario.
Abbiamo appena segnalato un convegno in proposito, ma ce n’è anche un’altro che merita essere preso in considerazione: si tratta del IX convegno di endocrinologia pediatrica; una cosa per addetti ma anche per tutt* perchè a quanto pare in quella sede verranno trattati i temi di bambin* ed adolescenti intersex o con “differenze nello sviluppo sessuale”.
A quanto viene segnalato, anche questo è trattato come una malattia, un qualcosa di patologico da rettificare, curare, normalizzare; in questo caso, tanto per cominciare, per via chirurgica.
Da ciò una serie di iniziative di controinformazione e dissenso in concomitanza con il convegno che si terrà a Milano dal 19 al 22 settembre.
Qualche tempo fa abbiamo ripreso un post di Lorenzo Santoro, molto bello non solo perchè spiega quello che c’è da sapere, ma anche perchè è scritto da una persona che si è trovata dentro il meccanismo della patologizzazione, della costruzione di a-normalità e di adeguamento alla norma fisiologica ed alla norma socioculturale cui la medicina, intervenendo in questioni che non sono propriamente di salute, sembra sottostare.
Una norma potente che fa del binomio binario -culturalmente costruito e forzato- di “naturale=normale” la gabbia entro la quale ridurre una natura che per sua norma invece, pare avere l’evoluzione e l’esplorazione delle diversità.