Nè con Boldrini né con Barilla
Qualche giorno fa Laura Boldrini intervenendo al Senato, al convegno su ‘Donne e media’, nell’intento di criticare gli stereotipi sessisti nella pubblicità, fece l’esempio dell’immagine della mamma che serve la famiglia riunita a tavola.
Sempre qualche giorno fa, Guido Barilla, disse che lui non avrebbe mai fatto spot pubblicitari nei quali apparissero dei gay, essendo che probabilmente per lui vale la famiglia tradizionale del modello eterosessuale: un maschio, una femmina, scopo riproduzione, procreazione e pastasciutta.
Balletti intorno alla famiglia, quella giusta, quella sbagliata. E se quella rappresentata è sbagliata, basta uno scambio di ruoli nel servire in tavola ad aggiustarla? E’ sufficiente, per farla più giusta, che i ruoli tradizionali possano essere assunti anche da persone dello stesso sesso?
Dato certo è che la famiglia è un carnaio, soprattutto per le donne; da lì provengono tanta parte dei femminicidi e quindi c’è qualcosa lì dentro che non va e quando sbrocca, sbrocca male.
La famiglia è fatta di persone, relazioni e ruoli, che possono stare in ordine gerarchico, chiuso, aperto, omo, etero, stretto, allargato, fluido, dinamico, fisso o mutevole … posto che la famiglia tradizionale, quella nell’immaginario di Guido Barilla, spesso uccide…, magari una formula è meglio di un’altra se il presupposto è che i soggetti siano liberi ed autodeterminati; che poi, ai bambini ed alle bambine, importa solo di essere amat* e protett*, da chiunque sia intorno a loro.
Boldrini, pasionaria dell’orrido decreto contro la violenza sulle donne, si ferma alla pubblicità, Barilla, parte dalla pubblicità e rasenta l’omofobia… figurarsi.
Poi si è scusato…e quello è il sequel e il decreto contro il femminicidio, con gli emendamenti è anche peggiorato… e quella era pubblicità per un governo naufragato nelle sue stesse miserie.