Il sonno della ragione genera morti
… e non basterà una candelina a lavare le coscienze, come giustamente scrive il post che abbiamo linkato.
Più volte parlando di CIE, li abbiamo definiti anche come quelle strutture di confinamento di cui lo Stato necessita per chiudere dentro chi non riesce a chiudere fuori.
Le barriere che l’Italia ha innalzato contro l’immigrazione sono lì: sono le leggi che sappiamo, sono le denunce di favoreggiamento ai pescherecci che prestano soccorso in mare, sono gli accordi con i regimi sanguinari, sono l’uso della polizia europea Frontex; -un nome che è già un programma-, è il razzismo condannato ma sobillato da tanta politica ecc. ecc…
Perchè a “certe” persone non è concesso spostarsi con un semplice biglietto aereo?
Fortesse Europe scrive che: “Dopotutto l’Europa ha già fatto scelte coraggiose con i paesi dell’Est, liberalizzando i visti con l’Albania e annettendo nell’Unione paesi come la Polonia, la Slovenia, la Romania, la Bulgaria, da dove ormai proviene una buona metà degli emigranti presenti in Italia, e che di fatto vivono in regime di semi o totale libertà di circolazione.
Soltanto con scelte coraggiose come queste, l’Europa potrà togliersi dalla coscienza il macigno della responsabilità politica di quegli almeno 19.142 morti alle sue porte. Non è l’accoglienza il problema di oggi. È il diritto alla mobilità”.
Purtroppo le scelte coraggiose, in quella che doveva essere l’Europa dei Popoli ed invece è l’Europa dei Poteri sovrastatali, sono scelte opportuniste legate tanto alla delocalizzazione quanto alla circolazione di masse di manodopera senza contrattualità e senza possibilità di pretese; l’Europa delle badanti e dei muratori, l’Europa dei lavori sporchi e pesanti dismessi dai cittadini di serie a.
Per il resto è vero, il diritto alla mobilità, deve essere contemplato ancor prima di accoglienza, tolleranza, ed antirazzismo; è il presupposto che risveglierebbe quella ragione che ha potuto generare i mostri per i quali da sempre abbiamo chiesto la cancellazione e la chiusura.
Ecco, a proposito, le ultime dal Lager di Gradisca.