Boicotta la coppa
In aprile, sul Messaggero Veneto, Stefano Tamburini faceva un giusto esercizio di memoria a proposito dei mondiali di calcio che si tennero in Italia nel ’90. Quell’osceno “Italia90”, già brutto ad iniziare dal logo mascotte: la sagoma stecchino tricolore con il pallone al posto della testa.
E proprio il pallone al posto della testa permise e permette di non guardare a tutto quello che ci sta intorno; ai morti nella costruzione di stadi e opere collaterali che rimarranno praticamente inutili, ai costi gonfiati, alla solita storia delle grandi opere-grande corruzione, ai costi che si stanno pagando ancora oggi: 61 milioni e 200mila euro nel bilancio di previsione 2014 per una cosa di ventiquattro anni fa. … Dovessimo sommarle tutte queste sconcezze…. debiti ed i soliti noti che ci girano intorno…
Non sappiamo se nel paese di Dilma la corruzione funzioni allo stesso modo; sappiamo invece per certo, perchè l’abbiamo visto nelle cronache, che l’evento, per la dimensione globale ed il mega business dei pochi, cala sulla testa dei molti tenuti fermi da una repressione feroce a ricevere la mannaia che li taglia via dal proprio territorio, li priva di risorse di vita perchè tutto deve andare lì, nella coppa, nel sacro graal dell’evento planetario.
Il popolo impoverito privato perfino delle favelas in cui abita, ed i popoli indigeni cui sistematicamente viene rubata la terra e la foresta.
Per un’idea possiamo leggere qui o anche qui o seguire le diramazioni dei liks… insomma, ora più che mai, Copa do Mundo nel cesso.