Un pietoso velo
Il preside del Malignani di Cervignano vorrebbe vietare il velo alle studentesse islamiche perchè “l’ostentazione della religione provoca l’ostilità degli studenti”.
Se abbiamo ben capito, la sua idea non prende le mosse da un isterismo integralista alla Santanchè che la croce sì e il velo no; no, lui è preoccupato per le azioni di intolleranza e aggressività (peraltro già manifeste) verso l’appartenenza religiosa dell’alt*.
Poi, già che c’è, lui proporrebbe anche “un intervento del legislatore per togliere tutti i simboli religiosi dalla scuola, anche quelli della maggioranza, se vogliamo renderla uno spazio di crescita civile sottratto alle dispute del mondo“.
C’è un punto con il quale siamo d’accordo ed è quello di togliere tutti i simboli religiosi dalla scuola, anche quelli della maggioranza; che stanno lì proprio a sancire l’identità ufficiale e riconosciuta alla quale conformarsi; per il resto invece, non crediamo che funzioni così, nel senso che non sembra tanto logico educare al rispetto delle diversità azzerando forzatamente ogni espressione e caratterizzazione individuali.
C’è una differenza tra i dictat di stato, e le scelte individuali come il velo sulla testa o il crocifisso al collo.
Non è possibile, ed è pure sbagliato, rendere neutro un contesto nel quale non possono non filtrare le dispute del mondo. Il problema è combattere la demenza di chi, fuori dalla scuola e purtroppo, talvolta, anche dentro, fornisce sempre materia prima a quella demenza, che in questo caso possiamo ben chiamare integralismo.
Di fatto le reazioni del giorno dopo sono quelle ovvie del leghista che dice “nessuno tocchi il crocifisso nelle aule” e quelle ovvie del clero che “Il Cristo sulla croce rappresenta il simbolo dell’amore di Dio per il genere umano, ma allo stesso tempo è un trasmettitore di un messaggio di libertà e di pace universale che travalica qualsiasi fede” … anche di chi non ce l’ha (ce lo ricorda l’Espresso oggi che “Questo non è un paese per atei”).
Poi ci sono le reazioni abbastanza ovvie dell’ufficio scolastico regionale che in questo momento non ha voglia di intraprendere crociate anche se permette che le scuole siano penetrate da commemorazioni nelle quali si utilizzano simbologie fasciste e si falsifica la storia in nome della retorica della patria.
Proprio il giusto terreno di coltura per un buon integralismo.
Il preside sembra avere le idee ben confuse, ma il resto non brilla per lucidità.