Suprema Corte di Istigazione
Mitica! La sentenza 25138 della Cassazione è mitica. Nel senso proprio di mito, di narrazione delle origini oppure dell’ordine del mondo; di come le cose umane devono essere perché così è bene che siano. Le donne al loro posto, gli uomini che le governano e le bastonano.
La sentenza della Cassazione dice che se la donna ha un carattere forte può essere maltrattata e picchiata; chi lo fa non commette reato.
Un altro mattoncino per il Lego dell’ordine cosmologico maschile. Messaggi ormonali e giurisprudenziali per congeneri: 1- le donne devono stare vittime;
2- se non si adeguano punitele.
Vero è che i supremi giudici devono avere ben sedimentato nelle loro illustri testoline tutto l’abecedario della pretesa superiorità maschile riassunta nell’immagine del peloso troglodita che clava in spalla trascina la SUA donna per i capelli fino alla caverna di famiglia.
Una sentenza di una gravità inaudita .
Il magnifico dispositivo ci viene poi illustrato mentre ascoltiamo di una donna ammazzata dal fidanzato che così, uccidendola poteva averla tutta per sé; di altre due donne uccise da un loro ex che era stato denunciato la bellezza di 7 volte per stalking e di un carabiniere che con un colpo di pistola alla testa massacra e poi getta nel fiume la ex fidanzata. Tutto preterintenzionale, naturalmente… Maledetta lei che si fa ritrovare dopo quasi un mese fra i rovi sulla sponda del Ticino.
Rompiamo i coglioni anche da morte.
Per questo la suprema corte si sta premurando ad assemblare sentenze che fanno giurisprudenza pro viri. Dovremo pur riabituarci all’abitus mentale e fattuale della donna subalterna tipo: prendile, sopporta e taci! Alla faccia della legge sullo stalking. Un puntello qua, uno là, il nuovo ordine patriarcale is coming …. in toga e con la clava.
La sentenza della Cassazione dice che se la donna ha un carattere forte può essere maltrattata e picchiata; chi lo fa non commette reato.
Un altro mattoncino per il Lego dell’ordine cosmologico maschile. Messaggi ormonali e giurisprudenziali per congeneri: 1- le donne devono stare vittime;
2- se non si adeguano punitele.
Vero è che i supremi giudici devono avere ben sedimentato nelle loro illustri testoline tutto l’abecedario della pretesa superiorità maschile riassunta nell’immagine del peloso troglodita che clava in spalla trascina la SUA donna per i capelli fino alla caverna di famiglia.
Una sentenza di una gravità inaudita .
Il magnifico dispositivo ci viene poi illustrato mentre ascoltiamo di una donna ammazzata dal fidanzato che così, uccidendola poteva averla tutta per sé; di altre due donne uccise da un loro ex che era stato denunciato la bellezza di 7 volte per stalking e di un carabiniere che con un colpo di pistola alla testa massacra e poi getta nel fiume la ex fidanzata. Tutto preterintenzionale, naturalmente… Maledetta lei che si fa ritrovare dopo quasi un mese fra i rovi sulla sponda del Ticino.
Rompiamo i coglioni anche da morte.
Per questo la suprema corte si sta premurando ad assemblare sentenze che fanno giurisprudenza pro viri. Dovremo pur riabituarci all’abitus mentale e fattuale della donna subalterna tipo: prendile, sopporta e taci! Alla faccia della legge sullo stalking. Un puntello qua, uno là, il nuovo ordine patriarcale is coming …. in toga e con la clava.