Lavoratrici di tutto il mondo unitevi!

Se non di tutto il mondo, almeno di tutta la regione!


L’altro giorno Roberta Nunin avvocato e docente alla facoltà di giurisprudenza di Trieste, ha presentato uno studio nel quale si fa il punto sulla situazione lavorativa e ovviamente discriminatoria delle donne nel  management, affari e quantaltro. Presentazione dei dati organizzata da Fidapa: Federazione italiana donne arti professioni e affari. (qui sotto l’art. del Messaggero Veneto del 27 marzo).


Risultati scontati. Ci permettiamo di ricordare tutte le altre donne rispedite a casa dalla ristruttirazione capitalista e dalla folle politica del governo. Domanda: migliorerebbe la loro situazione se il 63% delle società quotate in borsa  avessero molte donne nel consiglio di amministrazione? Who is Emma Marcegaglia?


«Donne pagate il 15% in meno degli uomini»


Nel mondo del lavoro la donna continua a essere discriminata. «In Italia, secondo gli ultimi studi effettuati, per lo stesso lavoro guadagna il 15% in meno rispetto all’uomo – spiega Roberta Nunin, avvocato e docente alla facoltà di giurisprudenza di Trieste – e dedica, per la cura di casa e figli, 5 ore e 20 minuti al giorno, contro l’ora e mezza dei maschi». Per le donne è più difficile fare carriera perché spesso non è permesso loro conciliare l’attività lavorativa con quella familiare: infatti tra le donne manager il 43,7% non ha figli e il 38% è single. Nel nostro paese la parità salariale è dunque ancora un miraggio. «Ecco perché dobbiamo conoscere bene la situazione che viviamo – afferma Mariella Montemurro, presidente della sezione udinese di Fidapa – per poi lottare insieme affinché le cose cambino». Per questo la Federazione italiana donne arti professioni e affari, che a Udine è presente da oltre 50 anni, ha organizzato un incontro informativo per tutte le sue socie. La relatrice è stata Roberta Nunin, coordinatrice dei corsi “Donne, politica, istituzioni” dell’ateneo triestino, che ha detto fra l’altro: «In Europa, l’Italia è uno dei paesi peggiori per quanto riguarda i differenziali di genere. Le donne sono poco presenti e contano poco sia nel mondo del lavoro sia in quello della politica. Basti pensare che il tasso di occupazione femminile è del 45,5% (contro il 60% indicato dall’Unione Europea) e che in Parlamento le donne occupano solo il 20% delle poltrone». Una situazione che si tramanda nel tempo, figlia di un passato che ha sempre visto le donne come fonte di reddito secondario per la famiglia. «Ancora oggi il 63% delle società quotate in borsa non ha nemmeno una donna nel consiglio di amministrazione – ha aggiunto Nunin – ma questo non vuol dire che siano meno capaci, anzi. Il 57% dei laureati è donna, che si laurea meglio e in minor tempo rispetto all’uomo».

Il Messaggero Veneto – 27 marzo 2010

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