NESSUN DIO, NESSUN PADRONE, NESSUNA AGGRESSIONE SESSISTA

* El libertario pubblicò nel suo 51°numero (Venezuela novembre-dicembre 2007) una raccolta di testi che esprimono importanti aspetti di quali proposte dell’anarchismo possono essere fatte per far fronte al crescente problema della violenza di genere.
Autodifesa Femminista:
NESSUN DIO, NESSUN PADRONE, NESSUNA AGGRESSIONE SESSISTA
Questa società basa se stessa sulla gerarchia sessuale che determina le donne nella paura , nel consenso, nell’obbedienza, nella adattamento- rassegnazione e totale arresa agli altri. L’accettazione della sottomissione ha effetti devastanti sulla propria autostima e ci fa biasimare noi stesse per il disagio e la frustrazione che sentiamo nelle nostre vite. Ogni volta che assumiamo questi ruoli o li combattiamo ci sentiamo colpevoli e questa e’ la trappola. Questo stato d’animo provoca un certo comportamento di passività e vittimismo che blocca la nostra rabbia, così e’ necessaria per un cambiamento. L’obbedienza a certi ruoli  porta al fallimento.
 
Per combattere contro l’obbedienza che uccide la nostra autonomia, aliena e proibisce di difenderci e allo stesso tempo favorisce lo stabilizzarsi dell’ordine sociale, noi proponiamo l’autodifesa femminista che consiste nei seguenti punti:

–  Per essere consapevoli di come la paura e la sottomissione hanno  edificato le nostre vite costruiremo la nostra fiducia,l’autostima fisica ed emozionale e la sicurezza che noi donne abbiamo, collettivamente e individualmente, per far fronte al sistema che ignora e sottomette le nostre vite agli interessi patriarcali e capitalisti. Per “autostima fisica” intendiamo il recupero e l’applicazione degli strumenti che il nostro corpo ci fornisce attraverso il lavoro esterno (costante e specifico) che ci permetterà di rispondere ad un attacco quando questo implicherà una minaccia alla nostra integrità fisica.
Questa autostima genera la fiducia e la sicurezza in noi stesse che ci permette di rimanere calme di situare noi stesse e di decidere con chiarezza come reagire alla situazione nel miglior modo possibile, perché non e’ sempre necessario avere un confronto fisico. D’altra parte questo ci assicura una tranquillità’ emozionale per rompere le prestabilite barriere fisiche.

– Adottare un comportamento che previene,protegge e permette di rispondere alla violenza. Per conoscere la paura ed accettarla, liberare la rabbia e prepararsi per l’azione. Inoltre pretendiamo la ribellione come meccanismo di protezione ed azione necessario per scavalcare qualsiasi cosa che ci minacci.

– Supporto  reciproco. Noi non possiamo fidarci o contare sul fatto che le istituzioni )giudici, polizia, soldati , politici …) risolveranno il problema della violenza patriarcale perché essi sono quelli che la praticano, la necessitano e la legittimano. Le autorità morali e legali  accusano la vittima (stupor, molestia, abuso …) criminalizzano la libertà (aborto) e vietano la libertà nelle nostre stesse vite. A partire dalla coscienza personale e collettiva come donne in questa società noi vogliamo superare gli individualismi e sviluppare il supporto reciproco come una via per relazionarsi una con l’altra. Perché noi cerchiamo una strada che offra una più efficiente resistenza come anche una organizzazione creativa di questa  e anche strettamente reale.

– L’autodifesa “femminista” si distingue da quella “femminile”, quest’ultima si limita solo sull’autodifesa in se stessa senza affrontare le questioni legate a ciò che causa la violenza.

Contro il terrorismo patriarcale….autodifesa femminista!!!

Questo e’ stato estratto da una pubblicazione spagnola  MUJERES  PREOKUPANDO, Valencia, 2004

 
fine prima parte….

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