Archive for the ‘Autodifesa’ Category

FETUS FIGHTERS – i/le fetusi/e

lunedì, Giugno 27th, 2022

Ab orto, si, diciamolo pure in latino, perché proprio dall’alba dei tempi la nostra specie nasce da corpo di donna; e dall’alba dei tempi l’uomo ha cercato di capire, e poi controllare, soprattutto controllare il “potere” generativo di questi corpi sfuggenti.

Il controllo poi, per potersi esercitare liberamente, ha elaborato l’idea di un corpo femminile vuoto, da riempire, un corpo contenitore, un vaso, insomma.

Questo è sembrato appropriato per il sistema messo a punto nei secoli dei secoli, sistema che funziona tutt’ora e che chiamiamo patriarcato.

Dai tempi di Marcocaco disseminati di olle e anfore a forma e metafora di uteri femminili, ai tempi postmoderni di tutt* noi; dall’età della pietra all’età della plastica, quel sistema vorrebbe che ciò che avviene nel corpo della donna fosse controllato dall’uomo o da interposto corpus di leggi da questi creato.

Ed eccoci all’aborto e all’America di questi giorni dove la corte suprema ha depennato il diritto a praticarlo a livello federale (sancito con una sentenza del 1973), lasciando che ogni stato agisca autonomamente nel merito. Se è già illegale abortire in otto stati, presto lo sarà probabilmente in altri dodici… il proibizionismo avanza sul tappeto di velluto steso da Trump con la nomina dell’ultima giudice della corte suprema: donna e giovane: un buon investimento per gli anni a venire visto che la carica è a vita. (altro…)

Alpin jò mame… La penna sul cappello, l’inchiostro nel cervello

mercoledì, Maggio 11th, 2022

I fatti sono questi: a tutt’oggi 11 maggio, almeno 200 denunce di donne molestate in vario modo alla 93esima adunata degli alpini del 5-8 maggio a Rimini.

Non una di meno Rimini sta raccogliendo le testimonianze e rilancia con una contro adunata.

L’ANA dice che alle forze dell’ordine non è stata presentata alcuna denuncia, come dire che perciò il fatto non sussiste. Stop.

Oppure, se proprio proprio, c’è sempre la teoria dell’infiltrato: quelli che , approfittando del mega assembramento si sono mescolati con un cappello d’alpino posticcio per allungare mani, lingue e quant’altro in libertà…

Che la fallocrazia come governo dei sogni appartenga a tutte le classi professionali e sociali come scrive Giulio Cavalli su Left, è pur vero, ma è ancora più vero che: metti insieme un mega assembramento di divise, ornamenti e simboli di corpo, e avrai stimoli di rinforzo e garanzia di protezione per l’azione molesta. E’ la logica del branco, una logica che ha sempre trovato casa nella realtà militarista. (altro…)

Variante ecofemminista

lunedì, Marzo 8th, 2021

Se non fosse una tragedia, questo sarebbe il momento buono per seguire in tempo reale l’evoluzione delle specie.

Con Sars-cov2 è così; la replicazione veloce, quantitativa e globale, la pressione selettiva, generano mutazioni e varianti; molte insignificanti, alcune viralmente vantaggiose.

Iniziò la variante 20A.EU1 identificata in Spagna e poi diventata prevalente in Europa; poi la variante inglese, la variante sudafricana, la variante brasiliana; mutazioni della proteina spike attraverso la quale il virus si lega alle cellule e che lo rendono più infettivo, più capace di penetrazione, delle volte più difficile da bloccare per gli anticorpi.

D’altra parte, ogni persona infetta è un’occasione per il virus di reinventarsi, migliorare fitness, aumentare il proprio successo.

Così per i virus e per tanta parte della natura; le specie si evolvono così; Darwin lo aveva intuito, osservato e descritto. Il 12 febbraio, Darwin Day, una delle tante iniziative celebrative aveva il titolo: “la bellezza maledetta dei virus”. Appunto.

Circa un anno fa pandemia ha fatto rima con infodemia; valanghe di informazioni caotiche sul virus, il suo funzionamento, la sua origine, la sua persistenza, il suo evitamento, il nostro comportamento… (ne abbiamo parlato qui); ora lo stesso con la questione vaccini; infodemia vaccinale; vaccinemia, potremmo dire; che sembra pure una malattia del sangue… Comunque è caos.

Effettivamente non sappiamo di che cosa dovremmo preoccuparci di più: se per il vaccino che non ce n’è abbastanza, che quindi non si riesce a vaccinare tutt*; che non si riesce a fare i richiami o che i richiami si fanno troppo tardi; che di due se ne può fare uno, ma che poi il vaccino non dà immunità a lunga scadenza e nemmeno serve contro le varianti, anzi, il vaccino non serve proprio, poi ti fa ammalare, poi in realtà è un grande esperimento biopolitico su scala di massa, infine siamo tutti cavie; diventeremo tutti ogm e il vaccino è un veicolo di controllo per il nuovo ordine mondiale. (altro…)

L’alba del giorno dopo. 26 novembre

giovedì, Novembre 26th, 2020

Ieri 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, avevamo scritto che “…quest’anno una donna ogni tre giorni è stata uccisa da marito, convivente o conoscente; 91 a tutt’oggi, 95 l’anno scorso, ma siamo in tempo a recuperare (sic!) …”

Oggi 26 novembre ne contiamo 3 in più; siamo a 94.

Orribile contabilità che porta i nomi di Aycha ammazzata a coltellate dal marito mentre dormiva, di Loredana trovata cadavere fra gli scogli a Stalettì – indagato il marito, di

Aurelia ammazzata dal marito che si consegna ai carabinieri con le mani ancora lorde di sangue.

Veneto, Calabria, e oggi Friuli. Su e giù per lo stivale, la violenza contro le donne trascende lo spazio ed il tempo; è quasi ovunque ed è antica. Dentro le culture di tanti popoli e perciò dentro il cervello di tante persone.

Come un virus trova sempre degli ospiti nei quali riprodursi. (altro…)

InFELTRIti del 25 novembre

mercoledì, Novembre 25th, 2020

Eh si, anche la provocazione stufa e anche il gioco delle parti che ne consegue.

Il solito Feltri naturalmente se la gioca alla vigilia della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Si butta a pesce sul caso Genovese, l’imprenditore accusato di sequestro e stupro durante un party nella sua casa al centro di Milano; per capirci: quello che ha detto che si coca da anni e perciò: ”perdonalo perché non sa quello che fa”…

Ecco; sull’incapace di intendere e di volere ma capace di agire (leggi stuprare), l’editorialista sbrodola la sua opinione che, guarda un po’, è su di lui, ma attraverso lei cioè la ragazza che ha denunciato la violenza.

In primis, “…è stata ingenua” perché “i cocainomani vanno evitati”; un analogo del “non uscire da sola di notte”, “non vestirti provocante”, non fare questo, non fare quello ecc. La sequenza dei divieti.

In secundis segue tutto il catalogo delle attenuanti per lui ed aggravanti per lei, perché è lei a non aver rispettato i ‘divieti’ e perciò “se l’è cercata” e via di seguito… risparmiamo il vomitevole dettaglio che peraltro conosciamo bene in tutte le sue formulazioni… infine c’è la tirata d’orecchi ai genitori (che non hanno tenuto a casa una diciottenne! Hiii hiii).

Ce maraveis! Feltri vive sul Pianeta Patriarcato, che altro? (altro…)

Seppellire e punire

venerdì, Ottobre 2nd, 2020

Abbiamo letto della denuncia di una donna che dopo un aborto terapeutico ha scoperto al cimitero Flaminio di Roma il suo nome e cognome su una croce piantata nel punto dove il feto era stato sepolto.

Ci è venuta in mente la colonna della berlina. In Friuli ne è rimasta qualcuna in vari paesi; una a Moggio Udinese con data 1653 e l’incisione “supplicio dei malfattori”. E’ collocata tra l’abbazia e quelle che erano le carceri; a significare da chi era esercitato il potere. La gente che vi passava davanti, insultava, derideva e sputacchiava il reo incatenato alla colonna e poteva andare alle funzioni religiose con la coscienza a posto.

Già… che ci dice il nome della donna scritto a sua insaputa sulla croce posta a segnalare la sepoltura del feto abortito?

Una sepoltura non richiesta, una croce non voluta, un nome rubato, una condanna inflitta. (altro…)

Andrà tutto bene. Forse

mercoledì, Aprile 8th, 2020

Sono tempi densi di informazioni contraddittorie, lo sappiamo bene, per tutti i dati, le congetture e le previsioni che girano intorno al coronoavirus; non si sottrae a questo il discorso della violenza contro le donne.

Parliamo di quarantena e perciò di convivenze forzate fra maltrattante (spesso l’uomo) e maltrattat*, spesso donna e bambin*.

Secondo un’organizzazione non governativa, in Cina, durante l’isolamento per coronavirus, in febbraio si sono registrati il triplo di violenze domestiche ai danni delle donne, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In Italia molti Centri antiviolenza hanno lanciato l’allarme paventando lo stesso effetto a fronte di un lungo periodo di quarantena. Di.Re – donne in rete contro la violenza, aveva scritto alle pari opportunità per chiedere fondi straordinari; non li hanno avuti, né i decreti di Conte nell’elenco delle uscite autorizzate ha contemplato quelle per recarsi ai centri antiviolenza… (altro…)

Padri e padroni

lunedì, Ottobre 21st, 2019

Una nota sui padroni, quelli del mondo che in questo momento si stanno giocando le sorti di un popolo, quello curdo, lasciato alla mercè di Erdogan, del suo esercito, delle sue armi made in Italy.

E quindi dell’Europa di Ponzio Pilato, come la definisce Olga Nassis, la quale ci ricorda che

L’Europa ha una tradizione bellissima di vigliaccheria e indifferenza di fronte alle stragi di minoranze nell’impero turco. Gli armeni vennero massacrati a milioni, nel primo Novecento, e nessuno intervenne. I greci, a Smirne, vennero bruciati vivi nelle loro case; quelli che fuggivano al porto venivano respinti dalle navi europee; un ammiraglio faceva suonare a bordo allegre musichette militari per soffocare le urla – poco più in là – dei massacrati. I turchi, popolo laborioso e ordinato, non hanno avuto che raramente dei governanti umani. Non ne hanno nemmeno ora, col capo che rimpiange i bei tempi felici dell’impero. Pagano i poveretti, il soldatino turco e il curdo montanaro, spinti l’uno sull’altro a uccidere e a morire. E nessuno interviene: Francia, Italia, Europa: zitti. Volenterosi carnefici di una strage che – secondo loro – non li tocca. (altro…)

Donne della Sorellanza

lunedì, Agosto 19th, 2019

Che bello poter dire: “Di me si prendono cura le mie amiche!” perchè le amiche, infine, sono sorelle.

E quando il patriarcato nella sua espressione più brutale, separa, picchia, uccide… “Sorella, io si ti credo, non sei sola”. Un senso di solidarietà che unisce e unendo, diventa una forza.

Questo succede a Città del Messico ed in altre 39 città del paese. Una manifestazione per chiedere giustizia per il caso di un’adolescente di 17 anni violentata da 4 poliziotti nel municipio di Azcapotzalco. Al momento di ricevere la denuncia di violenza, il Pubblico Ministero non ha applicato il protocollo stabilito per le violenze sessuali e le prove, realizzate giorni dopo, non hanno prodotto risultati; l’indagine è stata resa meschinamente pubblica e dunque la giovane è stata bersagliata da minacce che l’hanno costretta a ritirare la denuncia. I 4 poliziotti sono stati sospesi dall’incarico ma nessun’ altra misura è stata applicata, né nessun’altra prova cercata. … infine la governatrice della capitale eletta tra le fila del partito “progressista” ha aperto un’indagine contro le femministe.

Qui la narrazione della manifestazione.

Glitter fucsia o reggiseni appesi, un filo che scorre nella solidarietà, di là e di qua, da lontano e da vicino, dappertutto dove la donna è cancellata, normata, eterodiretta; dove la Sorellanza diventa un grido di autodeterminazione.

3 agosto: giornata di solidarietà e lotta con le donne yazide

mercoledì, Agosto 2nd, 2017

Condividiamo l’appello lanciato dalla Conferenza Internazionale delle Donne Yazide. L’appello è per una giornata internazionale di iniziativa contro il femminicidio nel ricordo del genocidio perpetrato dallo stato islamico (IS) sulla popolazione yazida della città irachena di Sinjar.

Le donne sono quelle che hanno subito di più la deportazione con stupri, torture e schiavitù sessuale e con il femminicidio come elemento portante del genocidio finalizzato all’annientamento di tutta la comunità.

Così, nell’indifferenza e spesso nella dimenticanza, si ripete nella storia l’uso del femminicidio come strategia politica, come arma utilizzata a fini di terrore, sradicamento, epurazione etnica.

Karima Guenivet ci aiuta a ricordare: Durante l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq nel 1990 più di 5000 donne kuwaitiane sarebbero state violentate. Dal 1991 iniziano le ostilità nella ex Jugoslavia, così come inizia non solo l’uso dello stupro, ma anche delle gravidanze forzate, a fini di epurazione etnica. Nell’aprile 1994 lo stesso schema si ripete in Ruanda, dove, secondo i rapporti dell’Onu, circa 50000 donne sarebbero state violentate, torturate, mutilate o uccise. In Algeria e in Afghanistan altre donne subiscono la stessa sorte, non più in nome di una politica di epurazione etnica o di una volontà di sradicamento, ma in nome della jihad. (altro…)

Solidarietà a Non Una di Meno – Pisa

giovedì, Maggio 25th, 2017

Questa è la notizia che riprendiamo da Dinamo Press: Alle 8:00 circa di stamattina, a Pisa, polizia e digos hanno sgomberato la Mala Servanen Jin Occupata – Casa delle Donne che combattono, spazio femminista aperto l’8 marzo a seguito della giornata di sciopero delle donne, che ha visto a Pisa un corteo partecipatissimo invadere le strade della città.

L’ex centro di accoglienza di via Garibaldi è stato sottratto dallo stato di abbandono in cui era lasciato dal Comune di Pisa e dall’Usl per divenire luogo di discussione, ascolto e aggregazione attorno ai temi della salute e dei servizi, caratteristici del percorso Non Una Di Meno.
“Una Casa dove noi donne che ci ribelliamo ad un sistema di servizi sociali autoritario possiamo trovare soluzioni stabili alle nostre emergenze socio-abitative, liberandoci da giudizi e umiliazioni, dal ricatto di perdere i nostri figli o i pochi sussidi da elemosina.”
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25 novembre

venerdì, Novembre 25th, 2016
femminicidio86Riceviamo da Nicoletta Poidimani questo suo interessante contributo su Radio Cane significativamente intitolato Corpo è rivoluzione!
Parte da Parinetto, filosofo suo maestro e va a toccare moltissimi argomenti, dall’autodeterminazione della sessualità, all’aborto, alla violenza maschile sulle donne…
In questa giornata densa di discorsi vittimistici, retorici e inconcludenti, quando non forcaioli, e comunque tutti volti a negare e nascondere la radice del problema della violenza di genere e cioè la struttura delle relazioni sessuali e familiari nella società capitalista e patriarcale, questo intervento è una vera boccata di ossigeno rivoluzionario per i neuroni di tutt*!

Parla con lei

martedì, Marzo 8th, 2016

violsess117Ogni volta che leggiamo di notizie come questa, in sintesi di donne picchiate che non denunciano chi le ha massacrate di botte, ci viene in mente la totale mancanza di socialità e di solidarietà della quale una persona vittima di qualcosa e di qualcuno dovrebbe essere circondata, ma il fallimento delle relazioni sociali ci sembra ancora più marcato quando il coro intorno preme e si scandalizza per la mancanza della denuncia ai carabinieri; per non parlare poi dello stesso intorno di persone che scelgono la delazione piuttosto che la relazione.
Un tempo, cinquant’anni fa nelle nostre famiglie queste cose accadevano tanto frequentemente quanto oggi; allora il coro intorno premeva per il silenzio e l’omertà perchè la denuncia pubblica da parte delle donne avrebbe portato alla sfascio della famiglia.
Oggi si preme per la denuncia a qualsiasi costo, indipendentemente da quello che sceglie di fare la diretta interessata.
Dal silenzio forzato alla delega securitaria che peraltro deve invocare pene sempre più lunghe altrimenti dopo un po’ sei punto e accapo.
C’è qualcosa che non va evidentemente.
La forza e la determinazione sono cose che crescono piano, ma crescono; si apprende ad essere forti e ad autodeterminarsi, a sapere quello che si vuole e si apprende anche a contrastare chi ci vuole impedire di essere ciò che vogliamo essere.
Questa è la migliore difesa ed autodifesa.
Ma questo si fa con relazioni sociali sensibili, con l’appoggio di persone che ragionano … con la cultura insomma.
Ma chi la fa la cultura? Nè i violenti, né i carabinieri ovviamente.

Dal tetto

mercoledì, Gennaio 20th, 2016

autodifesa1Oggi una ragazza di origini pachistane, abitante a Cervignano, bassa friulana, è salita sul tetto della sua casa come estremo atto di ribellione per il matrimonio al quale la famiglia l’aveva destinata. Qui la notizia.
I commenti sono quasi tutti orientati a sottolineare “la barbarie prossima ventura”, il “ritorno al medioevo”, e poi a parlare di gentaglia e ignoranza per poi scivolare, come di consueto nelle ormai solite, ma non per questo meno ripugnanti frasi razziste.
Sì, il matrimonio combinato, o forzato o riparatore sono “tradizioni” aberranti; di queste, non dimentichiamo che quello riparatore ha abbandonato la nostra civilissima civiltà e il nostro codice penale solo nel 1981….
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Dalla finestra

martedì, Gennaio 19th, 2016

noisiamoqui373Qualcuno disse che il suicidio è una soluzione permanente ad un problema passeggero.
Già… Ma bisogna saperlo, averne coscienza ed una forza grande per poter superare il momento terribile che assolutizza un presente che sembra prospettare solo quella via di uscita.
E poi occorre percepire un filo di futuro; perciò la cosa sconvolgente e tristissima è che questo non sia a soli dodici anni.
Ma così sembra essere stato per la ragazza dodicenne che a Pordenone si è gettata dalla finestra.
Si è salvata, guarirà e probabilmente non riporterà danni permanenti.
Ne siamo felici.
Non altrettanto delle reazioni del mondo intorno.
Come spesso accade, la scuola non c’entra, la famiglia non sapeva e tutti guardano ad una legge sul cyberbullismo.
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Legittima autodifesa

lunedì, Luglio 13th, 2015

ecofemminismo15Riprendiamo un importante scritto di Dilar Dirik del Movimento delle donne curde pubblicato sul blog DaKobane a noi. Per capire la battaglia delle donne curde e per arricchire anche il nostro agire.
Buona lettura.

L’audifesa delle donne curde: armata e politica

La resistenza delle donne curde opera senza gerarchia né dominazione ed è parte della più ampia trasformazione e liberazione della società.
Le potenti istituzioni del mondo operano attraverso la struttura-Stato, che ha il monopolio finale sul processo decisionale, sull’economia, e sull’uso della forza. Al tempo stesso ci viene detto che l’odierna violenza diffusa è la ragione per cui lo Stato ha bisogno di proteggerci contro noi stessi/e.

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Donne combattenti

mercoledì, Gennaio 28th, 2015

integralismi41Sulla collina dedicata ad Harin Mirkan è tornata a sventolare la bandiera del Kurdistan.
Qui il comunicato che ieri è rimbalzato nei blog e nelle mail.
… Kobane è libera!
E le bande dell’isis si ritirano sotto la protezione dei militari turchi… anche i tagliagole hanno i loro santi in paradiso.
Le donne yazide invece no. Rapite, violentate, schiavizzate dai suddetti, così ci racconta Il Corriere di loro: “rifiutano i figli dello stupro”.
Come non pensare ai tanti stupri etnici che hanno intersecato la vita delle donne? Il continuo ritorno della violazione per mettere nel corpo della donna il seme del nemico che scompagina il corpo sociale.
Devono combattere le donne per abortire e anche, se lo volessero, per non abortire e non farsi ripudiare; devono combattere per farsi accettare comunque e dovranno combattere ancora di più per cambiare questa cultura che le obbliga all’obbedienza e all’insignificanza.
Combattono le donne, e su più fronti.

Rosaria

lunedì, Aprile 21st, 2014

femm62Oggi, tornando a leggere di Rosaria Aprea, delle botte ricevute, di nuovo, dall’ex compagno, siamo tornate a rileggere, qua e là, delle sue vicende attraverso le quali anche noi l’abbiamo conosciuta.
Picchiata dal compagno nel 2013 al punto di vedersi spappolata la milza, poi asportata e rioperata per una grave emorragia interna, disse che lo perdonava, che avrebbe voluto tornare con lui.  Poi, intervistata in questo o quel programma, disse anche altre cose,  cose ambivalenti ed oscillanti tra perdono, denuncia, amore, ribellione.
Ma siccome era il periodo della campagna governativa del ddl contro la violenza di genere, della denuncia obbligata, dell’autoconsegna alla tutela giudiziaria, allora, Rosaria ed il suo perdono fecero scalpore e  molt* ne parlarono sottintendendo che faceva male, molto male a mantenere quell’atteggiamento.
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L’abito non fa lo stupro

domenica, Marzo 30th, 2014

violsess106Si potrebbe definire “istigazione allo stupro” quello che molti invocano cercando di sgravarsi delle proprie responsabilità e di attribuire la colpa alle donne istigatrici che vestendo “discinte” provocano.
E’ quello che è uscito da una ricerca condotta in Brasile secondo la quale il  65,1% dei brasiliani, ma anche buona parte delle brasiliane, crede, totalmente o in parte che “se una donna si veste in modo provocante, vuole essere aggredita e violentata” .Niente di più comodo, disimpegnante e tutto sommato universale; una strategia comune, mica solo de* basilian*,  quella di dare la colpa a lei, con un’ ipocrita difesa della morale dei costumi e l’implicito richiamo ad un “istinto naturale” al possesso del corpo altrui.
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Stonature

domenica, Marzo 23rd, 2014

violsess105Quando leggiamo notizie come questa, abbiamo spesso la sensazione che la musica che si suona intorno alle donne sia sempre stonata. C’è sempre qualcosa fuori, qualcosa che rende insoddisfatte, o perchè non rende giustizia alla vittima ed a chi a lei vicin*, o perchè tratta in modo eccessivo (stonato) in un senso o nell’altro, chi si rende reo di un determinato atto.
Singh chiede alla moglie del cugino un massaggio erotico, lei risponde domandandogli se è impazzito; …così continua la cronaca: “reagendo, aveva fatto cadere parte dell’olio con il quale lui avrebbe voluto essere massaggiato. Per questo, erano scivolati prima lei con il figlio e poi, nel prenderla per i capelli e schiaffeggiarla, anche lui. A quel punto, Singh l’avrebbe nuovamente afferrata, chiedendole di avere rapporti sessuali, ma lei, divincolatasi, era riuscita a scappare in strada e chiedere aiuto”.
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