La scuola dell’orrido

Succede a Salò, provincia di Brescia, quel posto nel cui collegio è appena stato eletto Renzo Bossi. Succede che in una scuola media, durante le lezioni, alunni in gruppo, con la copertura di buona parte della classe stuprano una loro compagna. Succede che il professore non sente, non vede, non parla, e succede che quando la dirigente lo apprende,  sospende colpevoli e vittima; toh! Non fa differenza…
Ne parlano ieri, tra una proiezione e l’altra, i telegionali sicchè la Gelmini tuona: "Fatto inaccettabile, se confermato, di una gravità inaudita. Ho chiesto al direttore regionale un rapporto dettagliato, siamo pronti a prendere i dovuti provvedimenti".
E che provvedimenti prenderà signora ministra? Per come è ridotta la scuola dovrebbe iniziare a prenderli contro se stessa, … ma lasciamo stare và.
Prendiamo la preside la quale suggerisce che “i ragazzi vivono come nel Grande Fratello”. Bene! Qualcuno mai, si è preoccupato di indicare questi programmi sparati alla grande dai teleschermi governativi come fluidi fognari con i quali evitare rigorosamente il contatto?
E intanto che la direttrice  si risponde alla domanda: “denuncia e sanzione a che servono?”, tanto per non sapere cosa fare, dà la sanzione a tutti, anche alla vittima.
Il conto non ci torna, a meno di non voler pensare come i compagnucci di classe che nei loro componimenti, da bravi stupratori in erba, hanno scritto: “ma se non voleva, poteva rifiutare”. Il solito modo per dire che “se l’è cercata“ ovvero il tentativo di legittimazione di ogni atto di stupro. Dei piccoli come dei grandi.
 D’altra parte non è che nella leghista provincia bresciana e nella cristianissima terra italiana ci sia ridondanza di comportamenti rispettosi per i più deboli, i “diversi” o le donne.
Ah! Renzo Bossi è quello del gioco “rimbalza il clandestino”.

Comments are closed.