Papi e droni

Prima sono arrivati i droni; intanto quelli made in Italy, perché quelli killer dagli USA, cioè quelli armati,  sono ancora in forma di accordo, beninteso di svariati milioni di euro, sottoscritto in concomitanza con il terremoto dell’Emilia, dove peraltro si sono potuti sperimentare. E quale teatro migliore, se non un terremoto  per sponsorizzare una tecnologia che servirà sostanzialmente per controllo e strategia militare con ricadute e applicazioni liberticide nel civile?
D’altra parte, dopo l’Aquila,  terremoto e militarizzazione vanno assieme pur di contenere e schiacciare la solidarietà reale che si sviluppa tra le persone. Tutto sotto il controllo dello stato e dei suoi pretoriani (protezione civile), e poi arriva il papa per le preghiere, mettendo ancora più in croce quella povera gente ridotta a sfondo di propaganda prima di essere, probabilmente,  abbandonata.
Per il resto, siamo tutt* nelle competenti mani del nuovo direttore dell’Ingv e confidenti nella sincerità della sua capo ufficio stampa.

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