Il paese dei rimbalzi
In Italia ci sono cose facili al rimbalzo; rimbalzò su un calcinaccio il proiettile che uccide Carlo Giuliani, rimbalzano sul muro dopo essere stati lanciati da terra, secondo il questore di Roma, i candelotti che si vedono piovere dalle finestre del palazzo del ministero di giustizia…
che aspettarsi nel paese in cui per prima la verità sui morti ammazzati nelle stragi o nelle carceri, rimbalza da una vita sui muri di gomma che le si costruiscono intorno?
Una cosa che non rimbalza sono i manganelli che colpiscono duro in testa, quando sei a terra e pure alle spalle.
Quei colpi sono la firma del governo della finanza, il messaggio ai naviganti, a chi manifesta e protesta, agli/le studenti, insegnanti, lavoratrici, lavoratori, ai precari/e, a disoccupati/e, ai no TAV… sono una certificazione di quello che sarà il futuro, per chi non accetta di essere espropriato di diritti e prospettive e l’alibi dei violenti per scatenare la macelleria è vecchia come il cucco; anche questa rimbalza di corteo in corteo, da nord a sud, dalla ValSusa a Palermo.
Scommettiamo che anche il “puniremo i poliziotti violenti” della Cancellieri, come una palla (e magari anche lo è), rimbalzerà fino ad estinguere il suo moto …