Le sfumature dell’osceno

femminicidio66Intorno alle persone che non rientrano nella norma socialmente ammessa ce ne sono sempre tante, per esempio quando vengono uccise.
Se sono donne, ce ne sono anche di più perchè l’oscenità aggiuntiva sta in tutte quelle manovre messe  in atto  per farle rientrare nel clichè moralmente accettabile, che vuol dire anche  mediaticamente vendibile.
Le ragazze assassinate per mano di fidanzati e pretendenti si cannibalizzano con le foto rubate ai propri profili fb e gestite dai media sull’orlo del vojeurismo.
Le donne assassinate che prima si ignoravano bellamente, ora, con il riconoscimento del femminicidio diventano l’alibi per sbocchi puramente repressivi.
Il femminicidio e le molestie stessi si rappresentano in modo stereotipato, stucchevole ed infine buono per ogni pubblicità.
Ma l’oscenità peggiore è che ci siano morti che hanno valore a fini strumentali  e morti che non ne hanno affatto.
Quella di Andrea, la trans uccisa a bastonate a Roma sarebbe una di queste.
Non per noi.
Per la crudeltà e la vigliaccheria del bastonare, per lo spregio verso una persona e verso tutte le diversità che ognun* può esprimere e che questa ipocrita moralità continua a disconoscere con il silenzio e la reticenza della complicità.

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