Il tricolore sulla schiena
Abbiamo scaricato questa foto da un servizio del Messaggero Veneto.
L’abbiamo messa in evidenza perchè questa immagine esprime un ossimoro, un assurdo, una contraddizione vivente e manifesta: la signora che a nome dei cittadini friulani indossa la bandiera dello stato italiano e ne invoca la costituzione.
Per ogni buon autonomista friulano/a questa foto dovrebbe rappresentare la perfetta sintesi del compimento dell’ultima colonizzazione culturale e politica del popolo friulano.
Siamo a Udine, alle manifestazioni dei forconi, che sappiamo rutilanti di tricolori, unica identificazione ammessa sotto la quale esprimere la propria rabbia, disperazione, rivendicazioni, istanze.
Tutt* copert* dal tricolore nel nome dell’a-politicità come se la rabbia e le istanze dell’imprenditore o del padroncino potessero essere uguali a quelle dell’operaio, della migrante, della badante e proprio in nome di questa a-politicità l’operazione più politica di tutte perchè cancellare le identità e le appartenenze in nome di una identificazione nazionale e statale è un atto profondamente politico, sovradeterminante, ed è un atto squisitamente fascista.
Il fascismo ebbe a suo tempo un ruolo fondamentale nell’imprimere una mentalità statale soprattutto attraverso l’italiniazzazione forzata di nomi, luoghi, lingua in una terra ricchissima di parlate diverse: friulano, sloveno, resiano, tedesco in tutte le loro declinazioni e sfumature dialettali locali.
Lo stato italiano poi continuò con questa operazione omologatrice, che i bravi autonomisti nonostante tutte le loro buone intenzioni non riuscirono né a decodificare a fondo né a smontare, troppo legati ad una dimensione istituzionale che al massimo riuscì a produrre misere e meschine figure di politici fino ad arrivare alla Lega e tutte queste schifezze che sappiamo.
Adesso il neofascismo finisce il lavoro senza fatica ….se il/la friulano/a continua a definirisi tale sotto la bandiera italiana; ….come una persona che cerca protezione da chi poco prima le ha arrecato violenza.
Impirâz/impiradis cu le forcje.