Kapitale umano

noisiamoqui344Ieri l’Istat ha diffuso i dati su quanto valgono le rotelline del sistema che dovrebbero far marciare la baracca.
Loro lo chiamano “capitale umano”, e già con questo ti danno l’idea di che cosa sei dentro questo contesto; contabilizzato/a per il reddito che produci, che poi, per loro, corrisponde a quello che vali.
E pure ci dicono che le donne valgono di meno. Sai che sorpresa!
Valgono di meno perchè producono non ‘market’ cioè generano beni e servizi ceduti e fruiti gratuitamente, quello che noi chiamiamo lavoro di cura e lavoro domestico. Nello stock totale di capitale umano perciò le donne valgono metà di un uomo, -e sono dati del 2008-; quando ancora la crisi  non ci aveva rispedite a casa a generare ancora di più fuori mercato beni e servizi fondamentali e gratuiti che abbasseranno ancora di più il nostro valore di mercato.
Guardate la bella foto qui a fianco; erano gli anni ’60, queste donne,  fra  loro alcune partigiane, manifestavano a Udine per chiedere la pensione, cioè un riconoscimento/risarcimento economico per tutti gli anni di lavoro gratuito svolto come casalinghe; poi ci furono gli anni ’70 e la rivendicazione del salario al lavoro domestico, poi ci furono gli anni ’80, ’90 e via di seguito e il lavoro domestico è ancora gratuito, in regalo,  non market. E gli anni di adesso dove lo stock di capitale umano, dicono, ha la più bassa incidenza sul pil nominale rispetto agli altri paesi Ocse che tradotto in parla come mangi significa che il tuo reddito se ce l’hai è basso, che se non ce l’hai non conti e se non conti, dopotutto per il sistema è anche meglio perchè il lavoro gratuito è pur sempre quello che rende di più; con gli schiavi o con le donne.

Comments are closed.