Elefanti nella stanza…
Ci portiamo il maalox per spruzzarlo negli occhi irritati dai lacrimogeni, ma le irritazioni che sfuggono alla vista non sono meno dannose.
E’ una frase che estrapoliamo da questo bel post di Frantic, letto su Intersezioni.
Sono considerazioni scritte anche sulla sensazione di dolore e di rabbia intorno al suicidio di un compagno, Leonardo – Chucky – incarcerato ed imputato di accuse pesantissime per la manifestazione del 15 ottobre 2011 di Roma. Riconosciuto poi innocente, ma tant’è, così funziona il terrorismo di stato…
Terrorizzare togliendo la libertà, annullando l’identità, umiliando il corpo e la mente.
Il carcere è una gabbia fatta per quello.
E poi c’è tutto il resto, ci sono le altre gabbie, più o meno strette, più o meno larghe costruite dentro e fuori di noi.
C’è quella che la sociocultura traccia nei “circuiti” neuronali di un cervello neonato pressochè vergine, le vie del premio e della punizione, del concesso e del proibito, le strade dei comportamenti e delle scelte ammesse o non ammissibili; c’è il lavorio dei famigliari che, talvolta, come i secondini detengono il mazzo delle chiavi che apriranno solo certe porte… e qaund’anche riuscissimo, magari con sofferenza e fatica, ad evadere, ci sono altre gabbie che vanno abbattute, altre porte scardinate: si chiamano conformismo, consumismo, capitalismo e via discorrendo.
E sappiamo che in tutto questo percorso le vie di una fuga anche difficoltosa e sofferta, sono disseminate dall’apparente sollievo di altre gabbie, quelle chimiche e psicotrope e sappiamo che ci sono strutture fatte apposta per catturarti e tenerti dentro di esse, o tenere loro dentro di te in una condizione di carcerazione interiore….
Sì, vivere è spesso difficile e periglioso, e come scrive Frantic forse non abbiamo -o non abbiamo ancora- una rete di solidarietà reale che faccia fronte davvero agli stati peggiori delle nostre menti, così ipersensibili allo schifo del presente. E comunque sì, dovremmo impegnarci ad avercela, proprio per dare allo stato peggiore delle nostre menti la migliore via di fuga che esse si meritano.
A nostro avviso inizia dalla comprensione e decodificazione delle strutture del dominio in esse depositate; dopotutto lo psicologico sta tra il biologico ed il politico e l’autocoscienza aiuta ad essere i/le migliori terapeuti di se stess*.